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L’Arci compie 60 anni e nei circoli si parla della riforma del terzo settore

Più di un milione di soci in Italia, diciannove i comitati regionali. «Si cercherà di dare una fiscalizzazione a quelle associazioni che hanno introiti. Per questo spero che i circoli non perdano il lato ricreativo», dice Cristiano Bernardi presidente Arci Jesi-Fabriano

JESI – L’Arci nazionale, la più grande associazione popolare di promozione sociale e culturale compie sessant’anni: il traguardo in vista del tesseramento previsto per l’inizio di ottobre.

Il Comitato Territoriale Arci di Jesi-Fabriano vanta 28 circoli che si stanno organizzando per il tesseramento, previsto ad ottobre, con manifestazioni ed eventi. La realtà associativa, interessata dalla riforma del terzo settore, sta cercando di capire quali novità ci sono in vista.

«La riforma, che è in discussione, vuole unificare le associazioni – spiega Cristiano Bernardi, presidente del Comitato Jesi-Fabriano e socio da quando aveva 15 anni – Ora c’è un oceano di nomi che confluiscono in un registro nazionale che con la riforma diventerà regionale». Altro aspetto è la creazione di un’impresa sociale: «Si cercherà di dare una fiscalizzazione a quelle associazioni che hanno introiti – continua Bernardi, alla guida da circa tre anni -. Per questo spero è che i circoli non perdano il lato ricreativo: il classico circolo Arci potrebbe diventare un’attività commerciale a tutti gli effetti, perdendo però la caratteristica sociale per cui sono nati. Il registro unico ritengo possa essere uno strumento utile. Sui finanziamenti per il terzo settore non voglio sbilanciarmi, la riforma è ancora in discussione».

Più di un milione di soci in Italia, diciannove i comitati regionali, anche l’Arci Jesi- Fabriano vanta una storia ben radicata: nata a metà degli anni Ottanta ha offerto e continua ad offrire corsi di lingue, teatro e a collaborare con altre associazioni del territorio come Legambiente, Libera e Anpi con le quali organizza eventi aperti a tutta la cittadinanza.

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