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Lavoratori poveri e giovani in fuga, Uil: «Servono politiche condivise per investire nel futuro»

«La retribuzione media per un giovane è di 12mila euro, 1.800 euro in meno rispetto alla media italiana», la denuncia della segretaria generale Mazzucchelli dalla Festa dell’Unità di Pesaro

Claudia Mazzucchelli alla Festa Unità di Pesaro 2024

PESARO – «Nelle Marche serve un nuovo progetto di sviluppo condiviso e capace di riaccendere la capacità di sognare un futuro migliore altrimenti avremo lavoratori e pensionati sempre più poveri, donne sempre più penalizzate e giovani in fuga». Sono le parole della segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, intervenuta ieri pomeriggio 1 settembre alla Festa dell’Unità di Pesaro, ospite della tavola rotonda dal titolo “Marche e nuove povertà”. «È necessario – ha ricordato la segretaria – prendere decisioni insieme perché altrimenti si rischia di muoversi a velocità diverse con il risultato che poi i giovani vanno all’estero o in altre regioni».

Secondo una ricerca del Sole24Ore un 30enne marchigiano che vuole andare a vivere da solo avrebbe bisogno di circa 1.400 euro mensili come capacità di spesa. «Al di sotto di questa cifra – ha spiegato – è povertà assoluta perché significa che non ha risorse per fare spesa o per pagare un affitto o per pagare le bollette. La retribuzione media dei nostri ragazzi nelle Marche è di 12mila euro lordi l’anno, 1.800 euro in meno della media nazionale. Tirocini non retribuiti, tempo determinato, part time involontario, lavoro specializzato sottopagato, paghe comunque minori rispetto all’estero ma anche a confronto con regioni come Emilia Romagna e Lombardia. Poi non stupiamoci dell’inverno demografico, dei nostri ragazzi che vivono a lungo con i genitori o che se vanno fuori regione oppure all’estero. Non si è impoverito solo il singolo ma tutta la comunità e se oggi le Marche sono retrocesse a regione in transizione è perché il pil si è abbassato».

Nuove povertà che riguardano anche le donne che, nelle Marche, vedono stipendi inferiori del 30% rispetto agli uomini. «Pagate meno e con maggiori carichi di impegni in famiglia. Gli stipendi poveri significano meno contributi e pensioni basse un domani. Il 70% delle pensionate marchigiane percepisce meno di 750 euro al mese – ha aggiunto la segretaria Mazzucchelli – Questo avviene perché il carico degli impegni per la gestione di una famiglia è ancora troppo sbilanciato sulle donne e perché mancano le risorse per dare al Paese un vero welfare. Il sistema fa acqua ed è venuto anche meno quel sistema di welfare familiare rappresentato dai nonni perché oggi si lavora fino a tarda età. Il Mef dice che abbiamo 90 miliardi di evasione fiscale: perché non si vanno a recuperare? Avremo così le risorse per sanità, istruzione e quindi di avere quegli strumenti che consentono di poter lavorare e gestire una famiglia.  Strumenti non solo per le donne perché occorre arrivare a una cura condivisa. Le nuove generazioni sono diverse ma comunque c’è un problema culturale che persiste e le politiche su questo fronte sono deboli. In altri paesi europei il congedo per i padri, ad esempio, è obbligatorio e più lungo».

Una situazione che peggiora di anno in anno e che il sindacato monitora dai propri uffici con l’aumento di persone, famiglie e pensionati che non arrivano alla fine del mese e che si rivolgono agli sportelli per chiedere sostegno. «Noi – conclude la segretaria Mazzucchelli – vogliamo rimettere le persone al centro delle politiche di questo Paese. Dobbiamo far sì che si riattivi la speranza in un futuro migliore, che riparta quell’ascensore sociale che si è definitivamente fermato, vogliamo che ci sia possibilità di sognare. Tutto questo lo dà lavoro di qualità ma un progetto organico a lungo termine deve essere condiviso da tutti: politica, imprenditori, sindacati e parti sociali. Se invece al centro resta il profitto, ognuno continuerà ad andare per sé e verrà meno sviluppo economico e sociale».

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