FABRIANO – Tutta Fabriano è pronta a festeggiare la co-Patrona della città, la Madonna del Buon Gesù. E ci sarà un motivo in più per ringraziarla: domani, 8 settembre, infatti, terminano ufficialmente i lavori post-sisma all’interno della cattedrale di San Venanzio.
È stata una corsa contro il tempo, ma alla fine i risultati sono arrivati. Da domani, non ci saranno più le impalcature all’interno della Basilica fabrianese. A causa del forte sisma dell’agosto-ottobre 2016, si era abbassata di alcuni centimetri una capriata. E, inoltre, si erano registrati distacchi interni al livello di intonaco a San Venanzio. Da qui, la decisione, per sicurezza, di chiudere la chiesa al culto nel novembre del 2016. Una chiusura che è andata avanti fino al primo maggio 2017, quando si è tornati a celebrare all’interno di San Venanzio, spostando l’altare in avanti di qualche centimetro. Questo per consentire l’inizio dei lavori da far concludere, appunto, il giorno della Madonna del Buon Gesù, co-Patrona di Fabriano.
Per accelerare lo smontaggio delle impalcature, pulire la Basilica e il Presbiterio, si è deciso di spostare nella vicina chiesa di San Biagio la Novena alla Madonna del Buon Gesù che ha preso il via lo scorso 29 agosto. Il Vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, Mons. Stefano Russo, potrà celebrare il solenne pontificale in occasione della festa mariana nella Cattedrale aperta a fedeli e turisti.
Il programma di domani, 8 settembre, prevede a San Venanzio le Sante Messe alle 8, 9:30, 11:15. Il Rosario verrà recitato alle 17:30. A seguire, alle 18, solenne concelebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Stefano Russo e processione che percorrerà: largo Bartolo da Sassoferrato, piazza del Comune, corso della Repubblica, via Gioberti, via Balbo, via Mamiani, via Leopardi, piazza Giovanni Paolo II.
Alla fine della processione è previsto il rinnovo della consacrazione della Diocesi alla Madonna. «Maria – ha scritto Russo nel messaggio per annunciare la solenne ricorrenza – è la Donna giovane per eccellenza perché è continuamente mossa dall’amore. Come Lei lasciamoci rinnovare ogni giorno dall’incontro con il Cristo avendo la forza di custodirlo in noi e di donarlo al mondo con una vita ‘mossa’ dal Suo amore».
Oltre un milione di euro. Questi i danni che il sisma del Centro Italia ha provocato alle chiese della diocesi Fabriano-Matelica. In città, chiusa San Nicolò ancora oggi. Ha riaperto da tempo Santa Maria, concattedrale a Matelica. Per quel che riguarda la situazione delle altre chiese della Diocesi: nell’ordinanza 23 sono state inserite le chiese di Santa Maria in Campo di Fabriano e Santa Maria di Domo per un importo complessivo di 275.000 euro per i due interventi e saranno le prime a essere sistemate. I progetti di restauro sono stati già presentati al Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
Nell’ordinanza 32, invece, sono state inserite dieci chiese per un importo complessivo alla Diocesi di 1.200.000 euro: nel Fabrianese rientrano in questo intervento le chiese di San Venanzio di Albacina e San Donato; a Cerreto la Collegiata e Santa Maria delle Grazie; a Matelica, invece, San Giovanni Battista di Colferraio, San Vincenzo, San Fortunato di Poggeto, Santa Maria delle Grazie di Braccano e San Michele di Rastia. I progetti verranno ultimati entro l’anno, poi il via ai lavori che vedono la Diocesi di Fabriano-Matelica come ente attuatore.
Nel primo stralcio della ricostruzione, invece, il Ministero ha inserito quattro chiese: San Nicolò, già messa in sicurezza provvisoria, e San Benedetto a Fabriano; Santa Teresa e Museo Piersanti a Matelica. Non è possibile, al momento, ipotizzare i tempi di ultimazione dei lavori. Infine, risultati inagibili il Sacro Cuore, San Domenico e diverse chiese delle frazioni fabrianesi. I tempi per la loro sistemazione, anche in questo caso, non saranno brevi. Così come per alcuni Monasteri della Diocesi che necessitano di interventi molto complessi.