FABRIANO – Settimana di riaperture per molte aziende del distretto economico di Fabriano. Si spera in un autunno che non possa essere molto “pesante” per quel che riguarda i costi legati all’energia e alle difficoltà per il reperimento delle materie prime. Ma le preoccupazioni sia interne alle aziende che nelle parti sociali, restano. Da oggi sono ritornati a produrre a pieno regime alla Ariston Group di Fabriano e alla Faber di Sassoferrato. Due sole settimane di ferie e cancelli riaperti dei siti produttivi. Per quel che riguarda la Ariston, gli ultimi dati di bilancio – con relativo approdo nel listino di Piazza Affari a Milano – lasciano ben sperare su un ottimo stato di salute della multinazionale fondata da Francesco Merloni e presieduta dal figlio Paolo. Lo stesso dicasi per la Faber di Sassoferrato di proprietà della multinazionale svizzera Franke. Alla Electrolux (l’ex Best) di Cerreto D’Esi, dopo la chiusura nella settimana di Ferragosto, si è tornato a produrre utilizzando ancora le ferie a scorrimento, nel senso che il sito continuerà ad essere attivo con la metà delle maestranze, ovviamente a turno. Lo stesso dicasi per la Whirlpool nel sito di Melano. Ferie prolungate invece per i dipendenti della multinazionale leader nel settore delle cappe aspiranti, Elica. Si tornerà in fabbrica il prossimo 29 agosto.
I sindacati
«Al momento – osservano i sindacati di categoria – Whirlpool costituisce l’incognita maggiore, perché negli ultimi mesi ha lasciato intendere che ci sarà una riorganizzazione nell’area Emea. Di qui, l’importanza di avere un confronto con il Mise, che adesso, in assenza di un Governo, diventa ancora più difficile. Ma, Whirlpool a parte, questo settore va monitorato a 360°, perché da settembre in poi potrebbero emergere altre difficoltà, a causa dell’aumento del costo dell’energia, senza dimenticare l’inflazione che potrebbe generare una contrazione del mercato dell’elettrodomestico». Insomma, il semplice fatto che si dovrà attendere l’autunno per conoscere le decisioni dei vertici della multinazionale statunitense non può che generare incertezza, soprattutto se si pensa alla recente improvvisa cessione dell’asset della Russia e del Kazakistan ai turchi della Arçelik. E a tranquillizzare lavoratori e parti sociali non sono sufficienti le buone performance evidenziate dall’azienda nel 2021, nonché nel secondo trimestre di quest’anno.