FABRIANO – La Cna segue con attenzione la mozione presentata da Vinicio Arteconi, capogruppo Fabriano Progressista, sul riconoscimento di crisi di area industriale complessa, per la tutela del diritto al lavoro nel comprensorio fabrianese. Ad affermarlo, attraverso una nota ufficiale, i vertici territoriali della Cna.
Continua, dunque, a montare il dibattito in merito alla crisi economica che dura da tantissimi anni a Fabriano e che sta determinando un’ecatombe occupazionale. I numeri del centro dell’impiego sono impietosi: quasi 6mila disoccupati. Un trend in costante crescita e che potrebbe ulteriormente acuirsi con la scadenza degli ammortizzatori sociali fra la fine di quest’anno e il 2018.
“Il presidente della Cna Maurizio Romagnoli, pur mantenendo equidistanza politica, dichiara che, qualora si verificasse unanimità da parte del Consiglio Comunale e si confermassero i presupposti, si impegnerà a promuoverla in tutte le sedi di rappresentanza: nazionale, regionale e comunale”, si legge in una nota in merito al riconoscimento di crisi di area industriale complessa per Fabriano e il suo comprensorio.
«Analizzando gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi Cna Marche – precisa Andrea Riccardi Segretario della Cna cittadina – nei primi 9 mesi dell’anno le imprese attive del comune di Fabriano passano da 2.407 a 2.388, 19 in meno. Se guardiamo la dinamica degli ultimi anni vediamo che le imprese il 31 dicembre del 2015 erano 2.429, ad oggi sono diminuite di 41 unita e si sono ridotte di ben 47 unità se consideriamo la differenza con il 2015, dove si registravano 2.435 imprese attive. Commercio e agricoltura i settori più penalizzati».
Un ulteriore dato sul quale riflettere e che ben evidenzia come a soffrire non sia solo il comparto metalmeccanico. Ma a cascata, il perdurare di questa crisi, determini ulteriori effetti negativi su tutti gli altri settori economici cittadini.
Da qui, quindi, la necessità che si arrivi all’utilizzo di cure straordinarie, visto anche il flop annunciato, ma nel contempo clamoroso, dell’Accordo di programma.