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Vertenza JP Industries Fabriano: convocazione urgente al Mise

Sindacati e imprenditore si ritroveranno a Roma il 13 febbraio alle 11. Al centro della discussione il piano choc presentato da Giovanni Porcarelli

I lavoratori della JP Industries in assemblea
I lavoratori della JP Industries in assemblea

FABRIANO – La vertenza JP Industries di Fabriano approda, in tutta fretta, al ministero dello Sviluppo economico. Convocazione d’urgenza giunta a imprenditore e sindacati per domani, 13 febbraio, alle 11. Certamente, il piano industriale choc predisposto da Giovanni Porcarelli, titolare della JP Industries che ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni costituito dai due stabilimenti fabrianesi, Santa Maria e Maragone, e da quello umbro di Gaifana, sarà al centro della discussione.

Il piano industriale dovrebbe prevedere l’identificazione come esuberi di 343 dipendenti, sugli attuali 593. Quindi, la creazione di una newco con sole 250 tute blu, numero che si raggiungerebbe solo a pieno regime, che produrrebbe in un unico stabilimento, a Santa Maria a Fabriano. Per gli esuberi, invece, cassa integrazione fino a luglio e poi due anni di Naspi. Una nuova ecatombe occupazionale che ha messo in agitazione dipendenti, parti sociali e istituzioni. Quest’ultime, Regione Marche e Regione Umbria, hanno inviato in tutta fretta una lettera congiunta al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. I governatori Luca Ceriscioli e Donatella Tesei chiedono «un incontro che consenta al ministero dello Sviluppo economico e alle Regioni di acquisire tutte le informazioni necessarie affinché, nel rispetto della procedura concordataria e tenendo conto della strumentazione esistente, sia possibile avviare un percorso in grado di dare positiva soluzione alla vicenda».

Nel frattempo, le tute blu sono fortemente preoccupate. «Il modo di fare dell’imprenditore è veramente incomprensibile. Non mostra alcun rispetto nei confronti di noi lavoratori. Nessuno di noi ha goduto nello stare in cassa integrazione in tutti questi anni, come pare abbia affermato a più riprese. Per noi, invece, è stata una necessità che ci ha consentito, almeno, di salvaguardare un minimo di reddito necessario per vivere in modo decente con le nostre famiglie», il commento di un lavoratore al termine dell’assemblea con i sindacati che si è svolta lo scorso 5 febbraio.

Ora la convocazione ministeriale che potrebbe anche far aggiornare l’ordine del giorno della riunione, già in calendario, fra sindacati e proprietà aziendale fissata per il 17 febbraio prossimo. Si sarebbe dovuto presentare ufficialmente il piano industriale. Ora, invece, potrebbe essere l’inizio della vera e propria trattativa sindacale.