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Lega Pesaro: «2,2 milioni di dividendi di Marche Multiservizi, il Comune detti la linea»

Il gruppo consigliare avanza cinque proposte di indirizzo per l'ambiente, dal porta a porta in tutti i quartieri ai raccoglitori di plastica: «Non è l'azienda che deve fare politica»

PESARO – La Lega Pesaro attacca il Comune sul fronte ambiente, in particolare sul rapporto con Marche Multiservizi. E lanciano cinque proposte con altrettante mozioni.

I consiglieri della Lega Giovanni Dallasta, Dario Andreolli, Roberto Biagiotti, Francesco Totaro e Andrea Marchionni hanno affrontato il tema in conferenza stampa.

Si parte da un dato: «A Pesaro Marche Multiservizi gestisce acqua, gas e rifiuti – ha detto Andreolli – nel 2018 gli utili di Mms sono stati di 2,2 milioni di euro. Sono dividendi importanti e in questo senso il Comune di Pesaro deve recuperare il ruolo guida nei confronti dell’azienda partecipata. L’obiettivo deve essere un efficientamento dei servizi, una progressiva riduzione delle bollette e una riduzione dei rifiuti prodotti».

Ecco allora le proposte annunciate. «In città abbiamo un sistema misto di raccolta. Il porta a porta in centro, Pantano, Baia Flaminia, Cattabrighe, Colombarone, Santa Maria delle Fabbrecce, Soria, Torraccia, Tombaccia e Vismara. Negli altri quartieri le isole ecologiche. Noi vorremmo che ci fosse il porta a porta ovunque per poi introdurre la tariffazione puntuale».

La percentuale di differenziata è salita dal 65% del 2015 al 69,1% del 2018. Per la lega «non è abbastanza».

«Vorremmo quindi stipulare un patto per l’ambiente coi cittadini per ottenere cinque provvedimenti – dicono i consiglieri – in primis il porta a porta per l’organico e indifferenziato in tutti i quartieri; isole ecologiche interrate in centro storico per evitare il brutto spettacolo di rifiuti sparsi nel salotto della città in attesa della raccolta; raccoglitori di plastica nei luoghi turistici e il ripristino della raccolta del verde porta a porta. Un servizio importante per differenziare e recuperare gli sfalci. Infine una rete di fontanelle di acqua potabile che consentirebbe una conseguente diminuzione dell’utilizzo della plastica».

Dallasta ha chiuso sottolineando «diverse situazioni ancora senza risposta, come la questione amianto, ex Amga e gli scarichi sul Foglia. Infine la costruzione del nuovo ospedale, che non è affatto una politica sostenibile a livello ambientale visto che si costruiscono 1 milione di metri cubi in una collina».