CAMERATA PICENA – Un grande centro commerciale a Piane di Camerata Picena nell’area “ex-Mulino Americano” trova l’aperta contrarietà di Legambiente Marche e dei circoli, territorialmente più vicini, di Jesi e Falconara.
«Al comune di Camerata Picena è giunta una richiesta da parte della ditta Iperanconanord Srl – fa sapere Legambiente Marche – per ottenere autorizzazioni necessarie alla costruzione di un Centro Commerciale di grande dimensioni». Il 27 novembre inoltre è prevista la seconda seduta della Conferenza dei Servizi, convocata nel comune di Camerata Picena. «La realizzazione del megastore potrebbe arrecare danni importanti al territorio e alla comunità – spiega l’associazione ambientalista che nella battaglia trova l’appoggio dei circoli di “Martin Pescatore” di Falconara Marittima e Legambiente “Azzaruolo” di Jesi – L’insediamento è contiguo alla sponda del fiume Esino che storicamente in quel tratto è caratterizzato da esondazioni, in particolare sulla sponda che guarda Chiaravalle».
Il terreno in questione è piuttosto ampio, impermeabilizzandolo non assorbirà più la pioggia con il rischio che in caso di precipitazioni abbondanti provochi conseguenze serie: al momento è previsto un intervento su una sponda, che verrebbe alzata, ma non sull’altra sponda, quella che affaccia su Chiaravalle appunto. «Rimane assolutamente fuori luogo continuare a costruire nelle vicinanze delle sponde dei corsi d’acqua, errore commesso in passato che oggi non possiamo più permetterci – continua Legambiente – Per non parlare dell’aumento del traffico che va a penalizzare tutta l’area limitrofa».
Fresca della raccolta firme di iniziativa popolare “Save the Soil”, Legambiente pone l’accento proprio sulla biodiversità: «Intervento disastroso che impermeabilizzerebbe parecchi ettari di terreno, oggi area di campagna e con la presenza di ambiti naturalistici. Il contrasto del consumo e del degrado del suolo è un’emergenza per l’Europa, ma è una battaglia ancor più cruciale per il nostro Paese e la nostra regione, dove maltempo ed eventi naturali intrecciano tragicamente i loro effetti con l’abusivismo edilizio e la cementificazione selvaggia ai danni di un territorio vulnerabile». L’invito dell’associazione e dei circoli di Jesi e Falconara è rivolto alla politica: «Le strutture commerciali già esistenti nell’arco di pochi chilometri di distanza sono più che sufficienti per i bisogni dei cittadini delle nostre città, senza contare che gli esercizi commerciali dei centri limitrofi sono già ampiamente in crisi. Tra l’altro proprio a Jesi e Falconara sono un cantiere altri due progetti commerciali».