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A Londra durante l’attentato, il racconto di Valentina Rosati

La giovane anconetana si trovava proprio nella City durante l'attacco di mercoledì 22 marzo, nel quale hanno perso la vita tre persone sul ponte di Westminster, a pochi metri dal Big Ben

Big-Ben-Londra
Valentina Rosati

Ormai da diversi anni Valentina Rosati ha lasciato le Marche e Ancona per svolgere la sua attività a Londra, come moltissimi suoi coetanei trentenni in cerca di nuove opportunità. E si trovava proprio nella City, mercoledì 22, durante il terribile attentato nel quale hanno perso la vita tre persone sul ponte di Westminster, a pochi metri dal Big Ben. «Mi trovavo a una lezione di inglese – racconta – e ho saputo della vicenda attraverso i messaggi sul cellulare dei tanti amici italiani che mi chiedevano come stessi, preoccupati per l’accaduto».

Quando chiediamo se ha avuto paura e se questo episodio potrebbe indurla a tornare in Italia però Valentina non ha esitazioni: «Non ho ragioni per tornare perchè non ho paura – dice- oggi più che mai mi sento una Londoner e Londra è una città abituata a trasformare la diversità e la stranezza in normalità, e questo vale anche per eventi che magari dall’esterno sembrano molto drammatici ma sono facilmente inghiottiti dalla quotidianità londinese». Valentina, diplomata in regia presso la prestigiosa Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma ha collaborato per alcuni anni con il Teatro Stabile delle Marche e ha diretto importanti produzioni come “Amleto” e “Sogno di una notte d’estate”. «Questa caratteristica di Londra, cioè la sua ineluttabilità al progresso e apertura al diverso – prosegue – unita al fatto che un britannico prima di ammettere qualsiasi emozione esterna si getterebbe nel fuoco, toglie molta emotività da queste notizie. Una cosa che io ho percepito forte invece è il rispetto del poliziotto scomparso, ma in una forma molto sommessa e privata».

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