LORETO – Il giorno atteso è arrivato. Stamattina, 29 aprile, anche i commercianti di Loreto, come i colleghi in tante città d’Italia, si sono ritrovati in piazza della Madonna a consegnare le chiavi (fittizie) del proprio esercizio al sindaco Paolo Niccoletti. C’era una piccola delegazione però, per motivi di sicurezza.
Tutti vorrebbero tirare subito su le serrande e tornare operativi dopo il fermo forzato ma non alle condizioni del governo a partire dal 18 maggio. «Quando si parla di fase due o fase tre, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70 per cento dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 30-40 per cento dei ricavi e il cento per cento dei costi. Devono ascoltarci o rischiamo di non aprire più», dicono, compatti.
Ieri sera, martedì 28 aprile, hanno tenuto accesa l’insegna dei loro negozi (come se fosse l’ultima volta) e affisso sulla vetrina la locandina della manifestazione nazionale di protesta cui hanno aderito.
Il sindaco Paolo Niccoletti, in piazza con loro, di fronte all’imponente basilica della Santa Casa, ha ribadito: «Condivido le giuste preoccupazioni degli operatori turistici e commerciali della città che simbolicamente hanno consegnato le chiavi delle loro attività nelle mie mani. Rispetto a premesse quali Giubileo in corso, grandi mostre e manifestazioni sportive di livello europeo, siamo ora passati a distanziamento sociale e difficoltà di movimento, ostacolando nei fatti una stagione turistica sicuramente già compromessa».
Da parte sua il Comune sta già andando incontro alle esigenze di artigiani e commercianti, ha rimodulato il rimborso delle tariffe e già avanzato richieste alla Regione Marche per l’assunzione di provvedimenti straordinari per la città, il cui turismo, di carattere soprattutto religioso, conoscerà stop o rallentamenti. Senza il turismo il commercio sarà molto penalizzato nella città mariana.