LORETO – Il “Santa Casa”, presidio ospedaliero di Loreto, resta un punto fondamentale per la Valmusone e, considerati i numeri di arrivi, il Comune è in dialogo costante con la direzione sanitaria per cercare di potenziarlo. In questi giorni in municipio il direttore dell’Area vasta 2 Giovanni Guidi ha incontrato il vicesindaco Alessia Morelli.
«È stato un colloquio costruttivo. Abbiamo chiesto un potenziamento dei servizi offerti dal nostro Ospedale di comunità, della Diabetologia, della Senologia e della Chirurgia orale, tra i vari reparti presenti, a fronte dei tanti accessi registrati – ha spiegato Morelli -. Al Pat ad esempio nel 2019 ce ne sono stati diecimila, tantissimi. Ci fa facilmente pensare che non soltanto Loreto ne usufruisca ma che il punto di assistenza territoriale serva un bacino più ampio. Anche per questo serve un suo potenziamento, se non la riqualificazione su cui puntiamo. Oltretutto il 2020 è l’anno del Giubileo a Loreto e ciò significa che potenzialmente il nostro ospedale deve funzionare per un numero ancor maggiore di persone in arrivo».
Il Centro unico regionale di diagnosi prenatale di secondo livello ha registrato poi numeri da record: in tre anni sono giunte all’osservazione duemila e 702 pazienti di cui 302 da fuori Regione e sono state effettuate 19mila e 128 prestazioni (di cui mille e 201 fuori dalle Marche, perché il centro è uscito anche di casa), cinquemila e 243 colloqui, duemila e 467 ecocardigrafie fetali e 712 consulenze specialistiche.