MACERATA – 57 anni, ex insegnante e imprenditrice, sposata e mamma di due figli, artista molto attiva nel mondo dell’associazionismo maceratese e non solo. Lauretta Gianfelici è il quinto candidato sindaco di Macerata presentato questa mattina dal Popolo della Famiglia alla presenza del presidente nazionale Mario Adinolfi.
«Quella di Lauretta è una candidatura che il Popolo della Famiglia ha a cuore e questo di oggi è uno dei momenti di massima mobilitazione per la data delle elezioni che si svolgeranno a settembre – ha sottolineato Adinolfi -. A Macerata tornano quindi i bianchi; ho visto la presenza di candidature di autorevole esponenti della società maceratese ma manca la matrice del Popolo della Famiglia, quella di ispirazione cristiana con la sua grande ed evidente dimensione culturale. Abbiamo deciso di inserire la presenza gentile e combattiva di una donna in una rosa di candidati maschi; una donna guerriera, combattiva, militante, come è Lauretta – ha spiegato Adinolfi -. Si parte da una “regina” con la consapevolezza che il ruolo della donna è centrale nella mobilitazione politica. La sua non sarà una presenza testimoniale ma andiamo nell’agone maceratese per vincere. Il tempo della politica avaloriale, dove contano solo gli interessi e non i principi, con la candidatura di Lauretta si chiude. Faremo una battaglia casa per casa compiendo uno sforzo di territorio con l’obiettivo di essere una forza determinante».
La parola poi al candidato sindaco, una «donna con i pantaloni» come l’ha definita Fabio Seabastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia. «Sono Lauretta Gianfelici e non Loredana, come erroneamente è stato riportato in alcuni articoli della stampa – ha esordito -. Loredana è mia sorella, lei è sulle poltrone mentre io sono in mezzo alla gente. Lei ha un peso specifico nella governance regionale con il Pd mentre io ho scelto una “F” in più e ho preferito fare politica in mezzo alla gente, mettendoci cuore, faccia e mani. Nata a Macerata, fin da piccola, con mio padre e mia madre, ho respirato politica e ho studiato in città ma anche al Conservatorio di Pesaro. Mi sono sempre occupata del mondo dell’associazionismo e degli scambi interculturali e poi ho anche viaggiato moltissimo convinta dell’utilità umana dell’incontro come a Macerata ci ha insegnato Padre Matteo Ricci».
«Nel 2007 sono scesa poi direttamente in politica andando a incontrare la gente per ascoltare le loro problematiche e ho sempre avuto un grandissimo amore per la divisa, uomini e donne delle forze dell’ordine che troppo spesso oggi devono affrontare difficoltà enormi. Mi sono sposata nell’83, a soli vent’anni, e credo fermamente nei valori della famiglia – ha continuato la Gianfelici -. Sono in politica oggi perché prima avevo bisogno di crescere e l’incontro con Mario a Falconara mi ha dato la convinzione che ero con il partito giusto, con un movimento che non vuole le chiacchiere ma entra direttamente nelle proposte. La mia città ha bisogno di questo dato che ora è nel buio, senza più una meta e senza più un’anima. Ho accolto in me la sana ribellione al buonsenso che deve nascere dalle fondamenta e dalle famiglie».
«Il Popolo della Famiglia, con la mia candidatura, rompe lo stagno e riporta energia, amore e vigore e torna a fare politica in un territorio che ne ha bisogno – ha aggiunto la Gianfelici -. Ho detto sì al Popolo della Famiglia perché qui non c’è ubriacatura di potere e non ci sono chiacchiere; non c’è protagonismo, al suo posto invece c’è amore per la famiglia. Questa è l’unica voce, non solo in campo locale ma anche nazionale, che riporta un’attenzione vera sul campo antropologico, luogo in cui deve nascere la politica di oggi; basta politica con spot pubblicitari. Da troppi anni a Macerata non c’è un’opposizione e questo vuol dire che è giunto il momento di scegliere gente che sta nei fatti».
Da cosa partire subito? «La città deve tornare nel lustro e deve tornare a riaprire il centro storico non solo per i bei palazzi che abbiamo restaurato ma anche per i commercianti che in questi anni non sono stati ascoltati. In passato si è creata un’offerta unilaterale e non multilaterale che ha purtroppo mandato via tantissimo giovani di eccellenza e ha messo da parte le tantissime associazioni, oltre 300, che abbiamo. Da questo bisogna ripartire».
L’appoggio è arrivato anche dal coordinatore nazionale Nicola Di Matteo che ha sottolineato la necessità di «dire no alla politica di poltrone e iniziare con quella valoriale, degli ascolti; la candidatura a sindaco di una mamma come Lauretta andrà in questa direzione».
Lauretta Gianfelici è il quinto candidato sindaco delle elezioni amministrative del capoluogo – rimandante in autunno a causa del Covid-19 – dopo l’ufficialità di Roberto Cherubini (M5S) e Alberto Cicarè (Strada Comune), Andrea Marchiori (Lega) e Narciso Ricotta (Pd).