MACERATA – È stata celebrata questa mattina alla chiesa San Giorgio di Macerata, dal comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, il colonnello Nicola Candido, la ricorrenza della “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma, con una messa officiata dal vescovo di Macerata Nazzareno Marconi.
Alla cerimonia hanno partecipato il prefetto Isabella Fusiello, il procuratore Giovanni Narbone, il questore Luigi Silipo, il comandante della Guardia di Finanza, colonnello Ferdinando Falco, il comandante provinciale dei vigili del fuoco Mauro Caprarelli, il comandante del Gruppo carabinieri Forestali di Macerata, tenente colonnello Daniele Arcioni, il comandante del Reparto carabinieri Parco Nazionale dei Monti Sibillini, tenente colonnello Silvano Sampaolesi, il generale di brigata in congedo Marco Di Stefano, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, il comandante della polizia locale Danilo Doria, il Tenente di vascello Chiara Boncompagni, comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Civitanova, la presidente del Comitato provinciale della C.R.I. Rosaria Del Balzo Ruiti, e molti cittadini. Presente anche una rappresentanza dei carabinieri del comando provinciale, alcuni familiari e alcuni soci dell’Associazione nazionale carabinieri e delle associazioni d’Arma.
Durante l’omelia il vescovo Marconi ha rivolto espressioni di gratitudine per l’impegno profuso nell’espletamento dei quotidiani compiti istituzionali da parte dell’Arma dei carabinieri, che proprio per questo è una delle istituzioni più amate e più stimate dalla popolazione italiana. Il vescovo ha richiamato poi il triste fenomeno della “violenza di genere”, sottolineando il concetto che le libertà, i desideri, i diritti di ciascun individuo non sono illimitati, ma finiscono proprio dove cominciano le libertà, i diritti delle altre persone. Pertanto, l’educazione dei giovanissimi dovrebbe partire proprio da questa esigenza di ristabilire un equilibrio tra le reciproche libertà ed esigenze degli individui. Concetto ben conosciuto dai carabinieri, chiamati a reagire alle tragedie e alle problematiche quotidiane, prodigandosi per quanto possibile per il “bene comune”. Il nome della “Virgo Fidelis”, ha aggiunto il vescovo, non è stato scelto a caso, ma allo scopo di mettere in evidenza la “Fedeltà” della Madre Celeste, Santa Patrona dell’Arma, ai valori della giustizia, della rettitudine, della generosità e dell’impegno, concetti che costituiscono parte integrante della storia e delle tradizioni dell’Arma dei carabinieri.
Oggi si sono celebrate anche la “Giornata dell’Orfano” dedicata appunto agli orfani dei Caduti, e l’82° anniversario della “Battaglia di Culqualber”, quando il 1° Battaglione carabinieri, mobilitato il 21 novembre del 1941, si sacrificò in una delle ultime e più cruente battaglie in terra d’Africa, scrivendo una delle pagine più gloriose ed eroiche dell’Arma, per la quale venne conferita alla Bandiera la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale comandante e Carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma – Culqualber A.O. agosto-novembre 1941”.