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Cannabis light: giù le serrande per 4 shop a Macerata, Camerino e Civitanova Marche

Provvedimento di 15 giorni e denuncia per spaccio di droga in capo ai titolari dei negozi. Il questore Pignataro: «Maldestra e pervicace "strategia criminale" delle aziende produttrici che hanno ridotto il contenuto di infiorescenze, come se al di sotto di tale soglia non si parlasse di sostanza stupefacente»

MACERATA – Serrande giù per quattro cannabis shop del maceratese. Questa volta a restare chiusi per 15 giorni sono i punti vendita di Macerata, Civitanova Marche e Camerino, tre dei quali erano già stati oggetto di chiusura nei mesi scorsi. Ad apporre i sigilli sono stati gli agenti della Questura di Macerata, grazie alla sinergia di intenti sulla questione tra il questore Antonio Pignataro e il Procuratore Giovanni Giorgio. I cannabis shop nonostante la pronuncia della corte di Cassazione che aveva stabilito il divieto nella commercializzazione di questi prodotti perché contenenti Thc, continuavano a svolgere la loro attività.

«L’azione condotta in sinergia con la procura di Macerata e i suoi valenti sostituti funziona perfettamente e sta producendo i massimi risultati conseguibili – ha commentato il Questore Antonio Pignataro – . Miriamo a tutelare la vita delle nuove generazioni e delle loro famiglie per evitare che vedano i propri figli scivolare nella tossicodipendenza e nell’autodistruzione».

Il Questore di Macerata ha invocato l’intervento di chi è deputato a legiferare in materia: «non è possibile che una materia così delicata sia lasciata alla discrezionalità delle procure, questo fa venire meno il principio di legalità in quanto ognuno può decidere in modo diverso». Pignataro ha posto l’accento sulla fiducia che deve esistere tra Stato e cittadini. «Il tessuto sociale di Macerata ha mostrato di avere rispetto della legge e di identificarsi nelle forze di polizia».

Il Questore di Macerata Antonio Pignataro
Il Questore di Macerata Antonio Pignataro

«Stiamo assistendo ad una maldestra e pervicace “strategia criminale” delle aziende produttrici – spiega il Questore – che hanno ridotto il contenuto di infiorescenze presenti in ogni singola confezione riducendone il peso da 5 grammi a 1 grammo in modo tale che il principio attivo (espresso in mg) non superi la soglia di principio attivo che erroneamente viene fissata da 2.5 a 5 mg come se al di sotto di tale soglia non si parlasse di sostanza stupefacente e non procurasse patologie irreversibili. La materia, per chi non ha conoscenze giuridiche e scientifiche, può apparire di difficile interpretazione ma con un normale supporto normativo e soprattutto scientifico è possibile rilevare che basta un minimo di principio attivo in queste infiorescenze affinché se ne deduca che la sostanza non può essere venduta in quanto si ravvisa sia un illecito amministrativo che penale».

I titolari dei negozi sono stati denunciati per spaccio e rischiano  l’applicazione dell’articolo 100 del Testo unico sulle leggi della pubblica sicurezza, con sospensione della licenza per abuso della stessa.