MACERTA – È stata celebrata ieri pomeriggio (giovedì 10 dicembre) presso la chiesa di Santa Croce a Macerata dal vescovo Nazzareno Marconi la liturgia per le persone con demenza. Una celebrazione rivolta in modo particolare alle persone affette da demenza e a chi le assiste, che è stata voluta dalla presidente nazionale di Afam Alzheimer Italia Onlus Manuela Berardinelli.
«Oggi (ieri, ndr.) è la festa della Madonna di Loreto e la casa di Loreto è la casa dell’Annunciazione, è la casa di Maria – ha esordito il vescovo Marconi -. E Gesù e proprio Dio; non solo Dio che ci parla dall’alto, non solo Dio che ci ha creato ma Dio che viene in mezzo a noi e ci fa vedere come si fa a vivere. Spesso diciamo “mettiti nei miei panni” o “stammi vicino”. Dio ha fatto di più e si è messo nella nostra pelle».
«Dio è infatti eterno e viene a vivere la nostra vita e ci insegna come fare – ha continuato il vescovo Marconi -. Ci insegna che la prima parte della vita e l’ultima parte sono l’esperienza della fragilità e della debolezza perché quando uno nasce e, ugualmente, è alla fine della vita, ha bisogno dell’aiuto degli altri. Gesù quindi viene in mezzo a noi e ci dice che la fragilità va accettata e ci dice che quella vita è in mezzo a noi ed è una vita preziosa».
«In questo giorno speciale quindi chiedo alla Madonna che vicino a ogni persona fragile ci sia sempre un aiuto – ha concluso il vescovo di Macerata -. Cerchiamo di essere vicini alle persone fragili come Maria e Giuseppe sono stati vicino a Gesù e aiutiamole ad affrontare le fragilità della vita».
«Quest’anno più che mai c’è la necessità di essere vicini anche se distanti fisicamente e pregare insieme ricordando le persone che ci hanno lasciato a causa del Covid – ha detto la presidente nazionale e di Macerata Afam Alzheimer Onlus Manuela Berardinelli -. Il vescovo Marconi, che ringrazio sentitamente per la vicinanza che da sempre ha per l’associazione e il progetto della Città Amica, ci ha ricordato come la vita sia un cerchio in cui essere accuditi all’inizio del suo corso come alla fine».
«Abbiamo tutti bisogno di una persona, un gruppo, una società che ci accompagni ricordando che “essere fragili” non significa “essere di meno valore e che nessuno nasce per essere solo – ha concluso la presidente Berardinelli -. Ieri abbiamo vissuto un momento emozionante e di comunità, abbiamo fatto sentire il nostro sostegno alle persone fragili, agli anziani, a tutto il personale sociosanitario, ai volontari e alle tante persone che soffrono. Il nostro progetto della Città Amica della persona con demenza non si è fermato con la pandemia, anzi, stiamo provando azioni differenti per dare vicinanza e fare comunità anche se distanti fisicamente; la liturgia di ieri ne è un esempio perché tutti presenti e collegati in streaming ci siamo sentiti vicini e uniti».