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Maxi frode fiscale nel maceratese: Garbuglia (presidente Ordine): «L’indagato non è un commercialista»

La professionista interviene con alcune precisazioni sull'operazione della Guardia di Finanza denominata “Grande Muraglia” che ha portato al sequestro preventivo di 11 milioni di euro

MACERATA- A 24 ore dalla notizia del coinvolgimento di un “professionista” maceratese nella maxi frode della Guardia di Finanza di Macerata denominata ‘Grande Muraglia’, arrivano le precisazioni della presidente dell’Ordine maceratese e camerte dei Commercialisti ed Esperti Contabili, Rosaria Garbuglia. Spiega infatti la professionista: «L’indagato non è un iscritto all’Ordine Professionale e pertanto non può considerarsi in alcun modo un “commercialista”, come invece viene appellato frettolosamente in molteplici articoli».

L’uomo a cui la presidente fa riferimento, che ha uno studio a Civitanova e uno a Tolentino, è finito nell’indagine “Grande Muraglia” delle Fiamme Gialle insieme ad altre sei persone. I sette hanno messo in piedi, secondo le indagini dei finanzieri, una maxi frode milionaria servendosi di false fatture, come illustrato ieri nel corso di una conferenza stampa dagli uomini in divisa.

Rosaria Garbuglia, presidente dell’Ordine maceratese e camerte dei Commercialisti ed Esperti Contabili

La presidente Garbuglia spiega, nella nota stampa, che «la definizione di “commercialista”, regolamentata dal D. Lgs. n. 139 del 28.06.2005, è di utilizzo esclusivo dei professionisti iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, e non può essere utilizzata per indicare qualsiasi altra professionalità». «Gli Ordini territoriali dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili sono costantemente attenti alla correttezza e al rispetto delle regole da parte dei propri iscritti, con il compito di controllarne periodicamente i requisiti per mantenere l’iscrizione al fine altresì di tutelare l’interesse pubblico – conclude la presidente Garbuglia -. L’Ordine continuerà a contrastare ogni forma di illegalità di esercizio abusivo della professione a fianco delle autorità competenti e a tutelare l’immagine dell’Ordine e della professionalità di centinaia di colleghi onesti».