ANCONA – Non si è presentato davanti al gip e sull’episodio di cui una bambina di sei anni lo accusa di atti sessuali non ricorda i fatti. Così il maestro accusato di pedofilia nei confronti della sua alunna attende che l’indagine sia chiusa per valutare poi con il suo avvocato la linea difensiva. Questa mattina era previsto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Sonia Piermartini ma in tribunale è arrivato solo il suo avvocato.
«Non c’era la volontà di contestare la misura del giudice – spiega Stefano Migliorelli, legale dell’insegnante – il mio assistito, appena ha saputo che era indagato, ha comunicato al ministero della pubblica istruzione che non sarebbe più andato in nessuna scuola». La scelta del docente di sospendersi da qualsiasi insegnamento, fino a quando la vicenda penale non si sarà conclusa e chiarita, è arrivata a dicembre, poco prima del primo provvedimento preso dal giudice, quello della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio di insegnamento nelle scuole pubbliche e private, della durata di otto mesi, scaduta ad agosto.
Mercoledì scorso la squadra mobile gli ha notificato un nuovo provvedimento, la misura coercitiva del divieto di dimora con riferimento ai luoghi in cui si trovano istituti scolastici pubblici e privati di ogni ordine e grado e con il divieto di accedervi. L’insegnante, 30 anni, residente in provincia, è accusato di violenza sessuale su una sua alunna, di sei anni. Una denuncia partita ad ottobre dello scorso anno, fatta dai genitori della minore, ha fatto aprire una indagine che ha portato al sequestro di una ventina di diari dove lui raccontava giornalmente le emozioni e le sensazioni vissute con diversi bambini. Per la Procura sarebbero racconti morbosi e scabrosi che evidenzierebbero atteggiamenti perversi nei confronti di tanti altri bambini.