ANCONA – «Ci sono tanti strumenti per abbattere i consumi e ridurre l’inquinamento ma, oltre a questi accorgimenti, se vogliamo tutelare l’ambiente, la strada maestra è quella di passare alle fonti rinnovabili». È la riflessione del presidente di Legambiente Marche Marco Ciarulli nella giornata in cui si svolge la campagna di sensibilizzazione energetica ‘M’illumino di Meno‘ che ricorre oggi, 16 febbraio.
Un tema importante, quello del risparmio energetico, specie in una fase storica segnata dai rincari energetici e dalla crisi climatica. Le azioni messe in atto per ridurre il consumo energetico, come ad esempio la sostituzione delle lampade con quelle a led, come fanno tanti cittadini nelle loro abitazioni e tanti comuni nell’illuminazione pubblica e degli edifici, sono iniziative che «consentono di ridurre i livelli di inquinamento, come anche quello di spegnere le luci, azioni virtuose – spiega – che permettono anche di risparmiare in bolletta. L’efficientamento energetico degli edifici garantisce anche maggior benessere collettivo, ma non basta, bisogna limitare l’utilizzo delle fonti energetiche fossili, che impattano sul cambiamento climatico e inquinano».
«Gli individui, le comunità e le imprese oggi sono altamente energivori – prosegue -, consumano elevati livelli di petrolio e gas, per questo bisogna efficientare i processi produttivi e le abitazioni, puntando a una transizione verso le rinnovabili, come eolico, solare, biometano, per diminuire i livelli dei gas serra».
Secondo Legambiente, le Marche «sono indietro in questo processo di transizione: i quattro quinti dell’energia prodotta e utilizzata nelle Marche provengono da fonti fossili. È necessario promuovere le comunità energetiche e i grandi impianti, come eolico off shore, biometano, agrifotovoltaico, ma solitamente iniziative di questo genere vengono sempre contrastate dalla politica che segue i ‘mal di pancia’ dei cittadini».
Se da un lato «i cittadini hanno il diritto di manifestare il proprio dissenso, dall’altro gli enti hanno il dovere di comportarsi come tali e di mettere in atto le iniziative necessarie a tutelare l’ambiente. Bisogna lavorare molto sull’aspetto culturale – conclude – e le giovani generazioni in tal senso sono cruciali: hanno il diritto di pretendere un futuro sostenibile, di far valere la conoscenza e la partecipazione per arrivare alla transizione ecologica».