ANCONA – Tagli a stipendi, tredicesima e quattordicesima, per chi ce l’ha, cassa integrazione che non arriva, perdita di posti di lavoro. Per i marchigiani quello del 2020 sarà senza dubbio un Natale più povero, sotto i colpi inferti dal covid all’economia e all’occupazione. Un quadro critico che si riflette anche nei consumi. Ad accendere i riflettori sulla complessa situazione sono Uil e Cgil.
La Uil Marche ha stimato decurtazioni pesanti per i lavoratori «che in alcuni casi potrebbero arrivare anche al 90% dell’importo corrisposto normalmente». Nelle Marche sono 95 milioni le ore tra cassa integrazione, cassa integrazione guadagni straordinaria e fondi di solidarietà autorizzate, secondo uno studio di Bankitalia che ha preso a riferimento i primi nove mesi del 2020. Il 95% sono legate al Covid e rappresentano il 30% dell’orario teorico di lavoro per un dipendente a tempo pieno.
Se da un lato è «vero che l’utilizzo di questi strumenti, combinato al blocco dei licenziamenti, ha tenuto in piedi l’economia» riflette la segretaria regionale Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, dall’altro «quando si è posti in cassa integrazione a zero ore, oltre alla riduzione di stipendio, non si maturano nemmeno i ratei di tredicesima e quattordicesima mensilità». Secondo uno studio del sindacato nel periodo tra aprile e maggio, la perdita in termine di tredicesima ammonta 278 euro medi (il 16,6% dell’importo). Simulando diverse situazioni, dalla fotografia scattata da Uil, risulta che un dipendente con quattro mesi di cassa integrazione a zero ore vedrà una sforbiciata alla cassa integrazione di 556 euro medi (il 33,3% dell’importo). Con sei mesi di integrazione a zero ore la decurtazione arriva a 834 euro medi (il 49,9% del totale), mentre si spinge a 1.503 euro medi (il 90 % del totale) nel caso in cui la cassa integrazione sia proseguita da aprile a dicembre.
La pandemia sta provocando una calo anche in termini occupazionali. A denunciare la situazione critica è Giuseppe Santarelli, responsabile Cgil Marche, che evidenzia come a farne le spese sono soprattutto i precari. Dai dati Istat emerge che nel terzo trimestre 2020 c’è stato un calo importante del numero dei dipendenti che è sceso del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Una contrazione ancora più forte se si prendono ad esame i dati relativi ai lavoratori autonomi che vedono un calo del 13%. «Sono numeri veramente importanti» che denotano una sforbiciata netta sul numero dei lavoratori che scendono: saranno 35 mila in meno nelle Marche. Chi non ha perso il posto ha subito una riduzione dell’orario di lavoro, spiega Santarelli mentre per i precari «i contratti sono più brevi».
Secondo il sindacalista per rimettere in moto l’economia e avere più capacità di spesa «occorre abbassare la tassazione per i redditi medio bassi e rimodulare le aliquote». Se infatti per i redditi alti nulla è cambiato con la crisi, anzi semmai hanno accumulato ancora più ricchezza, come mostra l’ultimo report di Bankitalia dal quale risulta che «sono cresciuti i depositi bancari», la maggior parte della popolazione ha redditi medio bassi e «solo intervenendo su queste fasce si può garantire una ripresa economica».
Una mazzata per l’economia, con i consumi in forte discesa. «Quest’anno si compra molto di meno – dichiara il direttore di Confcommercio Massimiliano Polacco -. L’assalto figurato che abbiamo visto sui media questo weekend non corrisponde alla realtà dei fatti: ci sono meno acquisti e anche se i regali di Natale si fanno, il calo è intorno al 20%». Secondo Polacco «anche se i negozi sono pieni, un marchigiano su tre non fa acquisti» e lo shopping natalizio, momento cruciale per il commercio, ne è dilaniato.
Stesso quadro dalla Cna. Il direttore dell’associazione di categoria di Ancona, Massimiliano Santini, parla di una «contrazione delle vendite» che se dovessero proseguire su questo trend al termine del periodo natalizio produrrebbe un «calo del 50%». Il direttore evidenzia inoltre che le attività stanno facendo la loro parte nel contenimento della pandemia, rispettando e facendo rispettare le regole.