ANCONA – «Stanno arrivando ordini di servizio per andare ad operare nelle case di riposo, mentre vengono raccolte manifestazioni di interesse per il Covid Hospital di Civitanova Marche». La segretaria aziendale del Nursind, Elsa Frogioni, denuncia la situazione in cui si trovano gli infermieri delle Aziende Sanitarie Pubbliche Anconetane chiamati a «doppi
turni e a saltare i riposi settimanali», mentre altri stanno subendo il blocco delle ferie.
La carenza di personale, unita all’emergenza covid-19, con i ricoveri in continua crescita, vedono gli infermieri costretti ad un surplus di lavoro. Elsa Frogioni rimarca la situazione della casa di riposo Santa
Caterina di Fabriano, «dove ci sono 55 pazienti covid, una sorta di lazzaretto», dove gli infermieri «sono stati chiamati a effettuare turni aggiuntivi saltando i loro riposi settimanali e sono stati catapultati da un giorno all’altro in un vero e proprio “reparto covid”. Infatti quasi tutti gli ospiti contagiati – spiega – manifestano sintomi respiratori e febbre
elevata, in questo scenario gli infermieri che vi hanno prestato servizio, protestano che oltre all’assistenza hanno dovuto occuparsi anche della gestione-approvvigionamento dei materiali, presidi utili e dispositivi di protezione individuali che scarseggiano».
Criticità sulle quali il Nursind ha già sollecitato la Regione e le Aziende così da predisporre screening per gli operatori sanitari «così da garantire la loro sicurezza e quella dei pazienti che assistono». Gli infermieri però «si sentono trattati come pedine – prosegue – . Nell’area vasta 2 da tempo non c’è nessun confronto e concertazione con le rappresentanze sindacali. Permane l’incertezza se questi turni suppletivi, realizzati con molti sacrifici, verranno mai adeguatamente riconosciuti. La risposta per ciascuno è scontata, non c’è più fiducia ne speranza. Le promesse non sono mai mantenute, vedi l’ultima beffa del bonus, premio per l’emergenza covid, mai arrivato alla quasi totalità degli infermieri marchigiani».
Per quanto riguarda il Covid Hospital di Civitanova Marche, per il quale è stata annunciata l’apertura del terzo modulo, «molti colleghi stanno aderendo perché è un progetto che prevede piani incentivanti, ma in questo modo verrà sottratto personale ad altre strutture dove chi rimane dovrà fare più turni per sopperire».
Una politica che non convince Elsa Frogioni che avrebbe preferito la «chiusura della rianimazione di Civitanova e lo spostamento di tutto il personale presso il Covid Hospital e reintegrare il personale con le nuove assunzioni annunciate: in questo modo ci sarebbe stato personale già formato e una organizzazione già approntata, ma invece i colleghi del Covid Hospital lamentano la mancanza di un coordinamento. I pazienti non si curano da soli, serve personale e non basta avere posti letto – conclude -. Serve una coerenza nella gestione clinica: stanno scavando il barile facendo ordini di servizio a persone con prescrizioni serie, è ora di fare basta, siamo stanchi».