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Piano socio sanitario regionale, Acquaroli: «Vorremmo approvarlo in giunta ai primi di maggio»

Il governatore della Regione Marche spiega che è partito il confronto sul territorio con sindaci, sindacati, associazioni e operatori della sanità e ricorda che è stato basato sullo studio dei fabbisogni

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli

ANCONA – Urbino e Pesaro sono state le prime tappe del percorso di presentazione del nuovo piano socio sanitario regionale che la Regione Marche sta conducendo sui territori da un paio di giorni. «È un documento importantissimo – spiega il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – che vorremmo approvare in giunta nei primi giorni del mese di maggio».

Sul piano socio sanitario «vorremmo confrontarci con i sindaci, le associazioni di volontariato e i sindacati di categoria, con gli operatori del sistema sanitario pubblico e con i privati che operano nel sistema sanitario pubblico e comunque con tutti coloro che fanno parte di questo sistema e che lavorandoci possono dare un contributo di natura positiva».

Il governatore ricorda che il nuovo piano socio sanitario è basato sullo studio dei fabbisogni realizzato lo scorso anno, «per avere un quadro preciso di quelle che sono le prestazioni che i cittadini marchigiani chiedono, di quelle che riescono a effettuare nella nostra regione o che vanno ad effettuare fuori regione e che poi si trasformano in mobilità passiva come anche di quelle che i cittadini da fuori regione vengono ad effettuare nelle Marche».

A tal proposito ricorda il saldo negativo tra la mobilità passiva e quella attiva «che va a costare alla nostra regione ogni anno una cifra importante tra i 40 e i 55 milioni di euro» che «preclude al sistema di essere rafforzato». Tra le criticità ripercorse da Acquaroli oltre alla mobilità passiva, ci sono le liste di attesa, le prenotazioni al Cup e la scarsità dei servizi sul territorio, «una vulnerabilità che la riforma che stiamo mettendo in campo vuole provare a superare e a risolvere».

A creare le criticità anche un sistema normativo «ricevuto dai precedenti governi nazionali che mettevano in forte difficoltà il sistema pubblico rispetto alla possibilità di essere competitivo rispetto al sistema privato. Finalmente la settimana scorsa il governo ha iniziato a mettere mano a quelle criticità che tanti risvolti negativi ci creavano perché con l’innalzamento della retribuzione ai medici che vogliono operare degli straordinari nei pronto soccorso ci consente di poter far fronte alla carenza di personale» e dall’altra parte perché «impone a chi va ad operare nel sistema privato di poter fare una scelta che diventa irrevocabile».