ANCONA – Anticipo dei saldi al 16 gennaio 2021 e vendite promozionali fin dai primi di dicembre. È questa la ricetta dell’assessore della Regione Marche alle attività produttive Mirco Carloni per frenare il collasso dei consumi e salvare lo shopping natalizio. Le spese per le festività da sole muovono per l’intero Paese una quota pari a 10 miliardi di consumi, che con la crisi scatenata dalla pandemia non si può rischiare di perdere.
«Dai commercianti arriva un grido di dolore perché il mese di dicembre è irreplicabile durante tutto l’anno – spiega l’assessore – e, se viene perduto in termine di incassi e di lavoro, sicuramente creerà danni a molte imprese, danni che non riusciremo più a recuperare».
Carloni ha assicurato l’impegno della Regione «nell’interlocutoria con il governo» per fare in modo che il Natale possa vedere sia il rispetto delle regole anti contagio, che «la possibilità per le imprese di poter lavorare». Una azione di «moral suasion», come l’ha definita l’assessore, quella della Regione sul governo, anche se «senza una legge quadro che ci permetta di fare un Natale “normale”, le nostre imprese soffriranno molto e credo che molte non la racconteranno questa vicenda».
Fra le iniziative che la Regione intende mettere in cantiere, le anticipazioni sui saldi che l’assessore ha chiarito di voler fissare al 16 gennaio, quando a livello nazionale l’orientamento è quello di farli partire il 30 gennaio. E poi l’ipotesi di «sfruttare il mese di dicembre con delle promozioni che favoriscano lo scambio di merci» e che potranno prendere avvio «già dal primo di dicembre».
Affrontando il tema dei provvedimenti governativi che hanno imposto la chiusura a bar e ristiranti, ha parlato di «accanimento ingiustificato verso quelle attività che si erano dotate del rispetto dei protocolli e delle distanze», mentre poi si vedono corsi e lungomare affollati. Tuttavia ha precisato «la partita non dipende dalla Regione, che concorre invece alla discussione: stiamo cercando di far capire al governo che le Marche non meritavano di diventare zona arancione ed è necessario quanto prima tornare alla normalità».
Ma intanto gli impianti sciistici, gran parte dei quali nelle aree colpite dal sisma, «vanno riaperti, così come le piste» secondo Carloni che pone l’accento sulla necessità di gestire bene gli impianti di risalita in modo «da evitare che si possa salire più di una persona alla volta. Chiuderli è un errore da parte del governo perché penalizza ulteriormente delle attività».
Infine l’assessore ha aggiunto «il nostro dovere è quello di tenere gli ospedali puliti e fare in modo che gli indici che il governo sta prendendo in esame possano scendere sotto la vigilanza della zona arancione e tornare verso la normalità».