ANCONA – Prima i soggetti fragili e gli over 80, poi la fascia d’età che va dai 60 ai 79 e solo successivamente le imprese e gli ordini professionali. In Consiglio regionale la Giunta ha ribadito le priorità nella campagna vaccinale contro il covid-19.
«La vaccinazione nelle fabbriche e negli ordini professionali potrà avvenire tra fine aprile ed inizio maggio» ha dichiarato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri del Pd sul protocollo lanciato dalla Regione per la vaccinazione nei luoghi di lavoro e con gli ordini professionali.
L’assessore ha chiarito che i lavoratori delle imprese, gli ordini professionali e le altre categorie produttive, porranno essere vaccinate in base al piano del commissario straordinario Figliuolo, «una volta vaccinate» le persone con elevata fragilità, con gravi disabilità, insieme ai loro caregiver, poi le categorie 70-80, 60-70: solo dopo «sarà possibile portare i vaccini AstraZeneca nelle fabbriche, nelle aziende e agli ordini professionali».
Una risposta che però ha suscitato le critiche del consigliere regionale dei dem Romano Carancini, preoccupato che altre categorie possano surclassare quelle prioritarie ed ha affermato che nel piano vaccinale nazionale non c’è l’indicazione sugli ordini professionali. Critico anche il consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo che parla di «ennesimo quadro fuorviante e non veritiero tratteggiato dall’assessore Saltamartini. Descrive la gestione del piano vaccinale come ottimale quando in realtà è pessima. Si dimentica i ritardi, gli anziani non deambulanti ancora non vaccinati, quelli rimandati a casa senza vaccino dopo aver fatto decine di chilometri per raggiungere i pochi punti vaccinali, le persone disabili e i loro cargiver che ancora attendono».
«Su questi ultimi – prosegue – oggi c’è stato l’ennesimo annuncio dell’assessore: si partirà nella prima settimana di aprile. Vorremmo finalmente poter esprimere soddisfazione, ma non ci fidiamo. Troppe promesse e troppi annunci caduti nel vuoto in questi mesi. E infatti subito dopo, anche oggi, la maggioranza ha bocciato la nostra mozione che inseriva tra i soggetti prioritari queste persone. L’ennesima plateale dimostrazione di inaffidabilità di questa destra che purtroppo governa la nostra regione».
L’assessore alla Sanità, nel fornire un orizzonte temporale sulla vaccinazione dei lavoratori, ha ipotizzato che, «sulla base del Piano di approvvigionamento vaccinale elaborato dal commissario», potrà avvenire nelle Marche «tra fine aprile ed inizio maggio» ed ha annunciato che per «aprile è prevista la consegna di circa 1 milione di dosi di vaccino» mentre il maggior numero di quantitativo sarà consegnato tra luglio, agosto e settembre.
Nel corso delle interrogazioni, Saltamartini ha spiegato che ad oggi nelle Marche sono 4 le reazioni avverse dopo la somministrazione del siero anglo-svedese AstraZeneca, lievi malesseri superati in poco tempo e senza conseguenze da chi è stato vaccinato.
Ad intervenire sulla pandemia è stato anche il governatore Francesco Acquaroli che ha rendicontato all’Assemblea regionale la situazione epidemiologica nella regione. «La curva epidemiologica nella nostra regione è arrivata in una fase di discesa: per la prima volta abbiamo numeri che flettono in maniera più sensibile, ma meno rispetto a quello che avremmo voluto avere. La scorsa settimana abbiamo avuto 282 casi in meno rispetto alla precedente per un totale di 4.848 casi».
Il governatore ha rimarcato che «ancora c’è una pressione molto forte»: la curva scende in maniera più forte nella provincia di Ancona, inizia a scendere anche in quelle di Macerata e Ascoli Piceno, mentre sta salendo nel Pesarese e Fermano. «Dobbiamo concentrarci tutti su una fase di assoluta attenzione e di rispetto di tutte le norme previste» per la zona rossa, anche perché «non accenna a una diminuzione sensibile la pressione sugli ospedali».
Il presidente della Regione ha evidenziato che a Pesaro e in altri territori l’accesso nei pronto soccorso rimane elevato, e che le terapie intensive occupate sono oltre al 60%, per questo ha sottolineato la necessità di mettere in campo sinergie tra strutture ospedaliere. «Speriamo che questa settimana sia quella in cui la curva epidemiologica possa vedere un sensibile calo». Infine ha ringraziato gli operatori sanitari «per lo sforzo immane che stanno compiendo».
La seduta del Consiglio regionale si era aperta con il ricordo dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in un agguato in Congo il 22 febbraio scorso. Il presidente dell’Assemblea regionale Dino Latini ha sottolineato il ruolo della diplomazia italiana nel mondo.
«In difficili contesti internazionali ci sono persone, come l’ambasciatore Attanasio, che portano pace, rispetto dei diritti umani, rifiuto delle armi e diplomazia e chi, invece, cerca di soffocare nel sangue ogni anelito di speranza e di democrazia» ha dichiarato Latini, ricordando che la diplomazia fa «valere la forza delle parole, della speranza e della cooperazione».
In video collegamento l’intervento del vicecommissario dell’ambasciata italiana in Congo, Saro Castellana, che, ricordando Attanasio, ha evidenziato l’esistenza «contrassegnata da un travolgente senso dello Stato e da una carica di grande umanità». Il vice presidente della Giunta regionale, Mirco Carloni che lo aveva conosciuto personalmente, ha rimarcato che l’Ambasciatore italiano ha «lasciato un mondo migliore di come lo abbia trovato. La sua pur breve esistenza è stata altamente significativa e talmente intrisa di avvenimenti rilevanti da rendere migliore la vita delle persone attorno a lui».