FABRIANO – Per Maurizio Venturi il tempo sembra essersi fermato. Il cestista fabrianese, classe 1965, ha portato a termine infatti la sua trentatreesima stagione consecutiva su un campo da basket, vestendo la maglia del Gualdo Tadino in serie C umbra. A 52 anni, dall’alto dei suoi 198 centimetri, ha prodotto 11 punti e 11 rimbalzi di media a partita, contribuendo a raggiungere i play-off.
“Finché mi diverto e sono competitivo, continuo a giocare”, dice da alcuni anni a questa parte Maurizio. E come ogni estate, quando lo andiamo a trovare perché ha sempre delle novità da raccontarci, ce lo ha ribadito anche questa volta.
“In generale è aumentata la longevità sportiva degli atleti, in tutti gli sport – spiega Maurizio. – Nel mio caso c’è anche da dire che, come pivot, è più facile reggere il confronto con i giovani nonostante la differenza d’età, trattandosi di un ruolo di posizione, in cui riesco a sopperire con l’esperienza e la tecnica all’atletismo dei miei avversari con la carta d’identità… più verde”.
A Gualdo Tadino, quest’anno, Venturi ha fatto coppia sotto canestro con l’ucraino Karpuk (“un buon lungo di 202 centimetri”, dice Maurizio) e ad innescarli c’era il play Luca Paleco, anche lui fabrianese, che da metà stagione in poi ha ricoperto anche il doppio ruolo di allenatore (“Paleco è sempre un gran regista”, ne tesse le lodi il concittadino).
Stagione numero 33 agli archivi, dicevamo, per Venturi. Che aveva iniziato a giocare proprio a Gualdo nel lontano 1984/85, poi il basket l’ha portato a Benevento in B, a
Tolentino, alla Libertas Fabriano, a Chiaravalle, a Matelica, ancora Fabriano sponde Spider e Janus, quindi di nuovo Gualdo Tadino. “Ed è a Gualdo che mi piacerebbe terminare la carriera, in una sorta di cerchio che si chiude – rivela Venturi. – Quando? Non lo so. Vado avanti di anno in anno. Io penso di fare ancora comodo alla squadra: spesso vengo raddoppiato e creo spazi per i compagni, oltre ai punti e ai rimbalzi personali. Si vedrà nel corso dell’estate quale decisione prenderà la società, da parte mia c’è tutta la disponibilità”.
Insomma, il “nostro” non ci pensa proprio ad appendere le scarpe al chiodo. Né di passare dal campo alla panchina. “Io allenatore? No no. Mi arrabbierei troppo. E non credo di avere la testa giusta. Preferisco giocare. Il più a lungo possibile”.
Il segreto di Venturi, forse, è quello di non smettere mai di giocare. Nel periodo invernale con la squadra di club, in estate con le Nazionali di maxibasket, ovvero quelle riservati ai veterani. “Non per vantarmi – dice – ma con gli azzurri over sono l’atleta più titolato d’Italia dopo Ponzoni”. Nella sua bacheca, infatti, ci sono cinque medaglie d’oro europee e due medaglie d’oro mondiali. Con la prospettiva di incrementare questo lussureggiante bottino.
“Dal 30 giugno al 9 luglio, infatti – ci informa Maurizio – a Montecatini Terme si svolgeranno i Campionati Mondiali Fimba (il basket per veterani, nda) e qui, allenati dal mitico Alberto Bucci, noi dell’Italia Over 50 cercheremo di conquistare un altro titolo iridato. La squadra è molto buona, basta citare i nomi di Mario Boni, Roberto Bullara, Alessandro Angeli, Giovanni Dalla Libera, Flavio Carera, Riccardo Esposito, Titti Stama… e ovviamente il sottoscritto. Domenica scorsa abbiamo fatto un allenamento preparatorio a Bologna. Quest’anno possiamo contare anche sul fisioterapista dei Chicago Bulls, Jack Borsari. Un innesto preziosissimo, visti gli acciacchi che possono verificarsi a queste età…”.
L’evento di Montecatini sarà davvero… mondiale! Basti pensare che vi parteciperanno 370 formazioni provenienti da tutto il mondo. L’Italia avrà un contingente di squadre ricchissimo, visto che si è riusciti ad allestire anche le formazioni over 60 e addirittura over 70! Il basket per veterani, del resto, è in costante crescita. A testimonianza di quella crescente longevità sportiva di cui parlavamo e di una aumentata consapevolezza a non smettere di fare sport quando passano gli anni.
E dopo Montecatini, sono già fissati i prossimi eventi: la World League in Giappone e gli Europei a Maribor, in Slovenia. Questi “vecchietti”, insomma, non si fermano mai… Ma guai a fargli sapere che li abbiamo chiamati così…
Ritornando a Venturi, dal 1984 ad oggi di basket ne ha vissuto tanto. A chi, meglio di lui, si può chiedere com’è cambiata la pallacanestro?
“Quello degli ultimi anni è sicuramente un basket più fisico – è la sua opinione: – secondo me si è perso il valore di insegnare la tecnica. Io, con quella, ancora ci vado avanti a 52 anni… Inoltre, secondo me, è stato un errore consentire agli stranieri di poter invadere le categorie inferiori, dove invece dovrebbero giocare e avere spazio solo gli italiani. In generale, credo che la miglior pallacanestro al giorno d’oggi si giochi in Eurolega e non nella Nba. In Eurolega ancora si vede intensità, passione, cuore e tecnica. L’Nba ormai mi sembra tutto un uno contro uno, al massimo con uno scarico. Troppe individualità. Per questo credo che se squadre di club europee come il Fenerbache o il Panathinaikos giocassero negli Stati Uniti, potrebbero reggere il confronto con i professionisti americani”.