ANCONA – Occhi limpidi, schiena dritta, sorriso mite, è incredulo e felice Antonio Neri, 100 anni compiuti oggi, 11 agosto, dell’accoglienza ricevuta stamane a Palazzo del Popolo assieme a una rappresentanza della sua numerosa famiglia.
A seguito della segnalazione di un nipote, Antonio, nato e vissuto a Torrette, è stato invitato in Municipio dove, a nome del sindaco dorico e di tutta la giunta, è stato accolto dall’assessore Ida Simonella che gli ha consegnato una medaglia con lo stemma del Comune di Ancona e un mazzo di girasoli.
«Un modello di vita per più generazioni» hanno sottolineato i familiari: lui che, ad appena 19 anni, è stato chiamato alle armi nel 363° Reggimento di Fanteria a Vercelli, per poi essere trasferito nel Peloponneso dove infuriava la guerra e quindi fatto prigioniero e deportato nel campo di concentramento di Bad Sulza dove è rimasto per 22 mesi, sopravvivendo a stenti e atrocità; lui che ha perso l’unico figlio in giovane età a causa di un incidente stradale e più di recente l’amata moglie, affronta la vita con dignità, onestà e un invidiabile buonumore.
«È lui che infonde a noi coraggio e speranza – confermano nipoti e bisnipoti – facendo emergere il lato positivo di ogni situazione». Agricoltore, facchino e manovale da ragazzo, e cameriere presso l’Ammiragliato di Ancona dal Dopoguerra in avanti, Antonio Neri non ha mai preso la patente e si è sempre spostato a piedi e con i mezzi pubblici: questo – probabilmente – il segreto della sua longevità, assieme all’ottimismo e a un’indole affettuosa e socievole che lo fa amare e benvolere da tutti. Se è vero che il Covid gli ha «portato in cielo parecchi amici», il neo centenario, che vive orogogliosamente da solo in totale autosufficienza, non si è perso d’animo e ogni giorno, o quasi, trascorre qualche ora all’aria aperta guardando il mare da una altura di Torrette.