PESARO – Si torna a messa da lunedì 18 maggio. I vescovi della provincia di Pesaro esprimono «viva soddisfazione» e si dicono pronti a una «nuova liturgia».
L’arcivescovo di Pesaro Piero Coccia ha incontrato oggi, 15 maggio, i vicari con cui ha discusso del protocollo relativo alla ripresa della celebrazione delle messe con il popolo, sottoscritto dal Presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Interni.
I Vescovi della Metropolia Piero Coccia, Giovanni Tani arcivescovo di Urbino e Armando Trasarti Vescovo di Fano esprimono «la più viva soddisfazione per l’accordo raggiunto tra la Chiesa e il Governo italiano. Tale accordo, a cui si è pervenuti dopo un percorso di interlocuzione continua e proficua, è mirato a tenere unite, da un lato, le esigenze di tutelare la salute pubblica e di contenere il contagio, dall’altro le esigenze dei fedeli di riprendere le celebrazioni liturgiche, in particolare, la celebrazione comunitaria dell’eucaristia».
Ecco allora le regole principali. Per distribuire la comunione il celebrante, o il ministro straordinario dell’eucaristia, dovrà igienizzare le mani e indossare i guanti e la mascherina, avendo cura di non venire a contatto con le mani dei fedeli. L’obiettivo è distinguere, dove possibile, porte di ingresso e porte di uscita, da lasciare sempre aperte, cosicché i fedeli non debbano toccare le maniglie. Nell’afflusso e nel deflusso la distanza tra i fedeli sia di un metro e mezzo. Mentre durante la celebrazione sarà sufficiente un metro. Le offerte non saranno raccolte durante la celebrazione, ma depositate dai fedeli in appositi contenitori collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo. Le acquasantiere resteranno vuote e non ci si scambierà il segno della pace.
«Di fronte alla sfida inedita e drammatica in cui ci troviamo – spiegano i vescovi Coccia, Tani e Trasarti – le nostre Chiese si assumono il dovuto carico di responsabilità, affinché siano rispettate le prescrizioni contenute nel protocollo a difesa soprattutto delle persone più deboli ed esposte e sono pronte a reimpostare la propria vita liturgica, catechetica, caritativa e formativa, rispettando le indicazioni predisposte per ogni comunità ecclesiale. Come Vescovi ci auguriamo che questo momento epocale venga vissuto non come una condanna, ma come una grande occasione per crescere nella fede. Le nostre Chiese non hanno paura nel dover rimodellare la propria prassi la quale è sempre legata a situazioni mutevoli. Del resto la comunità cristiana ha la certezza, come afferma la lettera agli Ebrei, che “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!, al di là delle contingenze storiche in cui è chiamata a viverlo. I Pastori della Metropolia hanno la certezza che il Mistero di Cristo celebrato, annunciato, testimoniato può liberarci dallo smarrimento e dalla paura e può aiutarci ad affrontare il futuro con la speranza fondata nella rinascita la quale chiede il contributo di tutti».