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Meteo, Fazzini: «Dicembre umido e con brevi ondate di freddo». Preoccupa la mancanza di precipitazioni

Non si registrano piogge, in modo esteso e diffuso, dal dicembre del 2019. Intervista al climatologo dell'Università di Camerino

Pranzo tra parenti o ognuno a casa propria? Ancora non è chiaro come potremo passare il periodo natalizio ma senza dubbio possiamo prevedere, a livello meteorologico, cosa ci aspetterà per l’ultimo mese di un anno che, senza dubbio, vorremmo tutti dimenticare. Abbiamo fatto il punto della situazione con il climatologo dell’Università di Camerino, il dottor Massimiliano Fazzini.

Il climatologo Unicam, il dottor Massimiliano Fazzini

«Al momento è presto per dire come sarà questo periodo natalizio ma senza dubbio possiamo attenerci, piuttosto che a una tendenza, a ciò che ci dicono le previsioni mensili e stagionali – che sono di tipo statistico-climatiche e non deterministiche – e avvicinarci al nostro obiettivo a livello temporale – ha spiegato il dottor Fazzini -. Tutti i modelli sembrano evidenziare che, dopo un novembre che è stato tra i più caldi degli ultimi 50 anni e tra i più secchi dato che non è mai piovuto, ci aspetta un dicembre piuttosto umido e con qualche ondata di freddo anche se non saranno particolarmente lunghe. Sarà insomma un dicembre, per la grande maggioranza, sotto la media termica e piuttosto umido e nevoso in alcune zone».

«Viceversa per i mesi di gennaio e febbraio sembrerà tornare una situazione con prevalenza di alta pressione e con temperature di uno o due gradi al di sopra della media del periodo – ha proseguito il climatologo Unicam -; ciò non toglie che potrebbero esserci comunque degli impulsi freddi e nevosi ma i primi due mesi dell’anno saranno più miti».

A preoccupare gli esperti del settore è però l’assenza di precipitazioni di questi mesi. «Sul territorio marchigiano non piove estesamente e diffusamente, per circa dodici ore, dalla metà di dicembre dello scorso anno – ha sottolineato il dottor Fazzini -; possiamo quindi dire che non piove da un anno in maniera estesa e persistente e le problematiche sono inevitabili. Lo abbiamo visto anche nei mesi successivi al lockdown quando anche in alcune zone lungo la costa della nostra regione c’era mancanza di acqua e abbiamo dovuto chiudere i rubinetti. Molte poi le industrie regionali che non avevano acque correnti superficiali per raffreddare i motori piuttosto che cooperative e associazioni legate all’agricoltura che hanno evidenziato la perdita di qualità della frutta a causa delle condizioni di siccità».

«Veniamo da un precedente inverno non nevoso e il mese di ottobre è stato particolarmente secco – ha continuato il climatologo dell’Università di Camerino -; chiaro che ci saranno delle ripercussioni gravissime nei mesi a venire perché il deficit è netto e occorrerebbero mesi e mesi di pioggia per tornare a livelli di “normalità”. Consideriamo che dal 1° dicembre dello scorso anno fino a oggi, in tutta la zona regionale, in nessuna città si sono superati i 350 millimetri di piogge; se dovessero esserci cumulate del genere per otto o nove anni consecutivi si rischierebbe l’improduttività del terreno».

Quali sono le cause della mancanza di piogge? «Sicuramente la reiterata presenza dell’anticiclone delle Azzorre e quindi il fatto che le perturbazioni sono costrette a correre a latitudini maggiori di quelle italiane – ha concluso il dottor Fazzini -; se le correnti arrivano da ovest infatti è chiaro che il versante adriatico rimane sottovento e quindi piove meno rispetto che su quello tirrenico».