Il made in Italy sta registrando diversi segnali di ripartenza, nel confronto con il 2020, ma il comparto Moda non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemia. Le prospettive sono in miglioramento: le riaperture dei mercati stanno giovando alle esportazioni e incoraggiando le aziende a rilanciare sull’internazionalizzazione.
La crisi, però, ha origini profonde, sostiene Moira Amaranti, presidente nazionale della Calzatura di Confartigianato Imprese. «La pandemia ha cronicizzato uno stato di malessere che già incideva negativamente sul nostro distretto andando ulteriormente a penalizzare le imprese sui mercati«», dice Amaranti. «Il tanto atteso reshoring, cioè la rilocalizzazione in Italia delle produzioni industriali, non è di fatto mai concretamente avvenuto e le limitazioni Covid hanno scoraggiato ancora di più il rientro. Mancano, del resto, delle normative che possano convincere le imprese a riportare la produzione in Italia».
E i rincari energetici hanno assestato un duro colpo. «Nell’incertezza più generale, i recenti rincari energetici ci hanno inferto il colpo più duro» continua Amaranti. «I nostri dati parlano di costi più che quadruplicati, che ricadono a cascata sul prezzo delle materie prime. Insomma, un insieme di cause che danneggiano la manifattura nazionale. Così, le aziende che operano con un prodotto di alta gamma difficilmente riescono ora a fare magazzino ed essere rapide nel rispondere alle richieste del mercato. Ma non ci sono solo criticità nel sistema: il 2021 è stato anche un anno positivo sotto altre prospettive, tra le quali ricordo quella della digitalizzazione, del marketing d’impresa e dei nuovi canali distributivi».
Analizza l’andamento dei mercati Paolo Capponi, responsabile export Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo. «Siamo indietro rispetto al 2019 ma siamo convinti che la ripresa possa ancora passare attraverso l’internazionalizzazione», sono le riflessioni di Capponi. «La ripartenza di molte fiere in presenza ha giovato agli ordini, tanto che la bilancia delle esportazioni tra i primi tre trimestri 2020-2021 ci riporta in netta crescita. Ricordo poi che ci sono ottime opportunità per i nostri imprenditori riguardo all’export, come il bando Fiere articolato della Regione Marche di concerto con la Camera di Commercio delle Marche, così come gli altri programmi sempre più strutturati a misura delle imprese (organizzazione di fiere, bandi, progetti sull’innovazione e di promozione….) Un plauso quindi agli enti vicini agli imprenditori che, in un periodo così difficile, stanno veramente dando alle aziende degli strumenti importanti per essere sempre più competitivi nei mercati mondiali e non solo. Ci auguriamo, allora, che il 2022 sia l’anno della ripresa e delle opportunità per i nostri imprenditori, ricchezza e vanto dei territori».