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Moie, lotta contro tumore alle ovaie platino resistente: raccolta fondi per aiutare la maestra Cristiana Cascia

La donna, 53 anni, aveva scoperto il tumore a dicembre 2021; nonostante le chemioterapie e un intervento chirurgico, la recidiva è più aggressiva di prima. Il cancro si è diffuso ai linfonodi. La speranza è nella terapia Car-T a Philadelphia, molto costosa

Cristiana Cascia

ANCONA – «Ho scoperto di avere un tumore alle ovaie a dicembre del 2021 e da allora per me è iniziato un calvario». Lo racconta con un filo di voce Cristiana Cascia, 53 anni di Moie, ex maestra di scuola primaria alla Stazione di Castelbellino (attualmente non lavora a scuola perché in malattia).

La donna che combatte contro il tumore da quasi due anni ha avviato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe nella speranza di mettere insieme la somma necessaria per accedere a una costosa terapia sperimentale Car-T negli Stati Uniti. La raccolta fondi, avviata tre giorni fa, è arrivata a 7.493 euro su un importo di 400mila euro, stimati per la cura. «Solo per visionare i miei documenti mi hanno chiesto 30mila dollari – spiega -, circa 128,100 euro». 

Il tumore di cui è affetta Cristiana Cascia è definito ‘platino resistente’ e si è diffuso anche ai linfonodi, rendendole anche difficile compiere dei movimenti. Inizialmente la donna era stata sottoposta a tre interventi di chemio terapia e ad un successivo intervento di asportazione del tumore avvenuto il 31 marzo del 2022 al San Raffaele di Milano. Poi era stata sottoposta ad un nuovo ciclo di altre tre chemioterapie. A luglio 2022, a quattro mesi dall’intervento chirurgico, e a due mesi dal termine delle chemio, la scoperta della recidiva.

Il tumore si è ripresentato ancora più aggressivo di prima e si è diffuso anche ai linfonodi. «Continuo a fare chemioterapia – dice – ma non riesco più a sopportare questi trattamenti molto forti. Mi hanno cambiato diverse volte il farmaco (Cristiana Cascia è in terapia all’Ieo di Milano, ndr) tanto che ho ricevuto 5 linee di terapia, tra le quali anche l’immunoterapia. Non riesco più a camminare perché la linfa si è accumulata bloccando il mio corpo e rendendolo rigido come il ferro».

Malata e impossibilitata a lavorare, la donna lotta da sola contro la malattia. Negli Stati Uniti ci sono diverse sperimentazioni che potrebbero aiutarla, in particolare all’ospedale di Philadelphia stanno sperimentando una terapia con anticorpo monoclonale che «anche se non risolutivo potrebbe permettermi di tirare avanti ancora per qualche anno nella speranza che nel frattempo esca qualche nuova cura». Si tratta però di una cura molto costosa, tra i 350mila e i 900mila euro, da qui la decisione di avviare la raccolta fondi, per avere una speranza.

In Italia, spiega, «questo tipo di terapia viene sperimentata solo sui bambini con tumore al cervello, purtroppo qui siamo ancora indietro dal punto di vista delle cure sperimentali». «Sto aspettando con ansia che l’ospedale al quale ho inviato la documentazione la veda – dice – intanto però peggioro di settimana in settimana e la sera quando vado a dormire ho paura».

L’appello della donna è quello ad avere una possibilità di cura, visto che «i farmaci usati finora non sono stati efficaci per il mio tumore. Qualsiasi aiuto è ben accetto per trovare una piccola speranza di vita – conclude -. Accedere a queste cure sperimentali mi darebbe ulteriore tempo, qualche anno di vita in più, nella speranza di ulteriori progressi da parte della medicina».