PESARO – La 42esima edizione del Rossini Opera Festival si terrà a Pesaro dal 9 al 22 agosto 2021. Il Festival sarà inaugurato il 9 agosto alle 19 alla Vitrifrigo Arena da Moïse et Pharaon, con Giacomo Sagripanti sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e del Coro del Teatro Ventidio Basso, e regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, con la collaborazione di Massimo Gasparon alle luci e le coreografie di Gheorghe Iancu. Nel cast, Roberto Tagliavini, Erwin Schrott, Andrew Owens, Eleonora Buratto, Vasilisa Berzhanskaya, Alexey Tatarintsev, Matteo Roma, Monica Bacelli e Nicolò Donini. Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta su Rai RadioTre. Le tre repliche si terranno il 12, 16 e 19 agosto.
Moïse et Pharaon, opéra en quatre actes di Luigi Balochi e Étienne de Jouy, è un rifacimento del Mosè in Egitto. L’opera fu rappresentata per la prima volta il 26 marzo 1827 al Théâtre de l’Académie royale de Musique di Parigi con Nicolas-Prosper Levasseur (Moïse), Henri-Bernard Dabadie (Pharaon), Adolphe Nourrit (Aménophis), Alexis Dupont (Éliézer), Bonnel (Osiride), Ferdinand Prévost (Aufide), Louise-Zulme Dabadie (Sinaïde), Laure Cinti-Damoreau (Anaï), Mori (Marie). Autografi diversi e compositi sono conservati a Parigi e in alcune biblioteche degli Stati Uniti.
Rispetto alla versione originale (Mosè in Egitto – Napoli, 1818-1819), Moïse et Pharaon venne ampliato in quattro atti con nuovo testo francese. Qualche pezzo fu ampiamente revisionato, tutti i recitativi furono riscritti e furono introdotti numerosi brani di nuova composizione (in particolare i balletti d’obbligo sulle scene dell’Opéra, i tre Airs de danse).
L’opera capitalizzò il fascino per l’Egitto suscitato dalla spedizione di Napoleone e dagli studi sui reperti e i monumenti ritrovati, unitamente all’interesse del pubblico verso il tema religioso. Basata sul racconto biblico, con libertà e senza seguirne l’ordine cronologico, l’opera fu indicata come oratorio ed eseguita in prossimità della Settimana santa con un successo trionfale. I posti nei palchi si esaurirono velocemente, e l’opera, ritenuta originariamente un lavoro stagionale (meglio adatto alla Quaresima), rimase in cartellone per tutta l’estate e l’autunno del 1827, e per buona parte del 1828.