Jesi-Fabriano

Moncaro, i nuovi vertici: «Dai soci l’input a cambiare: valorizzare loro e le risorse umane»

Il punto di Donatella Manetti e Lorenzo Gobbi, nuovi presidente e vice dopo il ribaltone in Cda. Sul tavolo tante questioni spinose

La bottaia di Moncaro a Montecarotto

MONTECAROTTO – L’obiettivo immediato «definire in maniera compiuta le modalità con cui dare maggiore valore aggiunto anche alla base sociale della Cooperativa. Sia con una più puntuale liquidazione ai soci delle spettanze che vantano coi loro conferimenti sia accompagnandoli in un processo di sempre più elevati standard produttivi». L’avvicendamento al vertice, «fisiologico, secondo l’input dato dall’assemblea dei soci 2023 a dare prospettive nuove e una velocità diversa a Moncaro». E ancora, la discussa acquisizione in Abruzzo della cantina Villa Medoro per 8,75 milioni «progetto condiviso con l’assemblea dei soci secondo un piano industriale condiviso da tutti nel 2022. Che possano poi essere rimodulati alcuni aspetti finanziari, è altra questione». E poi i dipendenti. «Tra i primi atti da nuova presidente, l’incontro coi sindacati, nel corso del quale si è condiviso come il Cda, rinnovato, nelle sue cariche, abbia rispettato tutti gli accordi sindacali pattuiti, ribadendo che la valorizzazione delle risorse umane rappresenta uno dei punti qualificanti della politica aziendale». Tutto questo, stamattina 15 marzo, per bocca di Donatella Manetti, dal 27 febbraio scorso eletta alla carica di presidente di Terre Cortesi Moncaro, ad oggi la maggiore realtà marchigiana nel settore vitivinicolo, con 615 soci, 60 dipendenti, un fatturato totale da oltre 30milioni di euro, un patrimonio vigneti di 910 ettari totali, di cui circa 120 di proprietà. Una realtà da qualche settimana nella bufera, dopo un cambio al vertice che ha fatto rumore con la sfiducia, dopo 25 anni, al precedente presidente Doriano Marchetti in un Cda dove si sarebbe assistito, addirittura, all’intervento dei carabinieri. «Un episodio fine a sé stesso in una riunione un po’ concitata, su cui sorvolerei» dice la presidente Manetti con, al fianco, il nuovo vice presidente, Lorenzo Gobbi.

Donatella Manetti e Lorenzo Gobbi, presidente e vice di Terre Cortesi Moncaro

I due fanno il punto davanti alla stampa in un incontro nella sede storica di Montecarotto, una delle tre cantine Moncaro nelle Marche insieme a quelle di Camerano e Acquaviva Picena. Fanno parte dallo scorso giugno della compagine associativa nuove realtà quale Ismea, il socio privato Federica Morricone titolare appunto della cantina Villa Medoro, la Morningstarbrands, società svedese quotata in Borsa, leader nella distribuzione di vini nei mercati scandinavi. Nel Cda del ribaltone sono stati 12 su 13 i voti a favore del cambio. «Io – dice Manetti – sono socia Moncaro da inizi anni 2000, nel Cda dal 2012 e vice presidente dal 2021. Gobbi è un socio storico, suo padre fa tra i soci fondatori».

Sul tavolo ci sono gli arretrati nel pagamento ai soci dell’uva conferita a Moncaro per le ultime vendemmie, la situazione debitoria con le banche, la questione personale. Non solo i 60 dipendenti diretti Moncaro ma anche quelli della cooperativa Moderna, braccio operativo di Moncaro sui vigneti di diversi soci, dove il mancato pagamento da mesi degli stipendi avrebbe via via portato ad una vera e propria fuga di personale.

Donatella Manetti e Lorenzo Gobbi, presidente e vice di Terre Cortesi Moncaro

«Per anni – dice Gobbi – il pagamento dell’uva ai soci ha funzionato in questa maniera: dopo la vendemmia, il 25% sul ricavato dell’anno successivo pagato in anticipo a dicembre, il giugno seguente un altro 50% e infine, a dicembre, il saldo della vendemmia dell’anno prima e un altro 25% di anticipo. Una modalità venuta a mancare negli ultimi periodi, alla quale sono subentrate formule finanziarie diverse». Dice Manetti: «Speriamo ora di recuperare la vecchia tipologia di pagamento». Quanto alla esposizione con le banche, «l’indebitamento bancario è situazione comune alla gran parte delle aziende, il rientro verrà spalmato negli anni».

E sui dipendenti, se per quelli Moncaro si ribadisce il «rispetto degli accordi pattuiti», su Moderna la presidente Manetti dice: «Moncaro è socia di Moderna e viceversa ma si tratta di due distinte realtà. Nello spirito mutualistico che è proprio della forma cooperativa, non ce ne disinteressiamo: ieri ho incontrato il presidente di Moderna Rossano Landi, non è un problema cercare di trovare un accordo e il modo di lavorare insieme. Ma è Moderna che deve riorganizzarsi, noi possiamo collaborare e dare un aiuto. Moncaro stessa, come alcuni suoi soci, ha vigneti affidati a Moderna ed ha interesse a che continui a funzionare. Ma Moncaro e Moderna sono due cose diverse».

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