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Monica Bordoni torna a vivere

La consigliera comunale delle Liste Civiche di Osimo può ritornare alle sue abitudini. I suoi molestatori sono stati dichiarati incapaci di intendere e volere e allontanati. Si chiude cosi una vicenda iniziata nel 2012

Stalking

OSIMO – Si è concluso l’incubo di Monica Bordoni. Ieri mattina, infatti, il tribunale di Ancona ha messo fine alla vicenda dei due stalker, un padre e una figlia, che da tre anni l’avevano presa di mira. Il giudice Alberto Pallucchini ha dichiarato entrambi, l’uomo di 68 anni e la ragazza, di 31, incapaci di intendere e volere, sottoponendoli alla misura di sicurezza in una Rems (struttura residenziale sanitaria ) per due anni, eventualmente prorogabili.

I due sono già ricoverati nella struttura fuori provincia nella quale si cercherà di riabilitarli per un successivo reintegro nella società.«E’ la fine di un incubo, la mia famiglia ha vissuto mesi terribili, ma adesso siamo sollevati, questa decisione farà bene anche a loro, perchè saranno curati a dovere» ha dichiarato Monica Bordoni, consigliera comunale delle Liste Civiche, tra le più votate alle ultime comunali del 2014.

Emesso il provvedimento, la donna ha potuto tirare un sospiro di sollievo ringraziando «le forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia di Osimo che stati vicino e senza i quali non saremmo arrivati a questa soluzione». La Bordoni conosceva bene quella famiglia perchè erano suoi compaesani a Osimo Stazione. Con la 31enne si erano conosciute via social: « Mi aveva chiesto- ha ricordato la consigliera- come doveva fare per un passaggio di proprietà e le avevo spiegato a quale ufficio comunale rivolgersi».

La vicenda risale al 2012 quando la Bordoni ricopriva il ruolo di amministratore delegato di Astea Energia ma era anche coordinatrice di diversi incontri su mondo del lavoro e possibilità occupazionali. La ragazza ha cominciato a frequentarli tutti i giorni e con quella scusa era riuscita a farsi dare anche il numero di cellulare. Così sono iniziate presto telefonate su telefonate, richieste di aiuto ma anche sfoghi personali. Poco dopo viene coinvolto anche il padre della stalker in rendendo la situazione sempre più insopportabile.«Sono arrivati a telefonarmi anche 200 volte al giorno. Inizialmente – prosegue la Bordoni – ho cercato di aiutare entrambi, li vedevo in difficoltà e mi facevano tenerezza ma poi la cosa è degenerata e non rispondevo più alle loro richieste».

Dalle molestie telefoniche padre e figlia sono passati anche alle lesioni fisiche culminate nell’aggressione alla consigliera nell’agosto 2015 in corso Mazzini. «È quell’episodio che mi ha convinto a fare la prima denuncia ma già da mesi mi avevano minacciato, costringendomi a cambiare tante abitudini» . Erano arrivati perfino a suonare il campanello della Bordoni in piena notte spaventando la sua famiglia compresi i figli ancora minorenni. Come se non bastasse, dopo la prima denuncia, padre e figlia avevano aumentato il livello di stalking con tanto di gomme squarciate e minacce di vario genere. L’escalation di violenza si era arrestata con l’arresto dei due nel gennaio 2016 ma a mettere fine definitivamente all’incubo è stata la sentenza di ieri.