FABRIANO – Il neo amministratore apostolico della Diocesi Fabriano-Matelica, monsignor Francesco Massara, ha incontrato il clero e i religiosi. Chiesta collaborazione con tutti in modo tale da riuscire a portare avanti questo doppio impegno, visto che è anche Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, nel miglior modo possibile. C’è da capire, molto probabilmente per il prossimo mese di settembre, come intende monsignor Massara essere presente nella sede di Fabriano. Probabile che vengano indicati dei giorni prestabiliti.
In attesa di tutto ciò, nella diocesi di Fabriano-Matelica, ci si interroga sul futuro. Se, cioè, si rischia concretamente l’accorpamento con Camerino-San Severino Marche o se questa situazione possa essere meramente transitoria, in attesa della nomina di un nuovo Vescovo. Sono in tanti a sperare per questa seconda opzione, anche come segno di vicinanza nei confronti di un territorio che, da oltre dieci anni a questa parte, sta attraversando un momento delicato a livello economico. E un disimpegno, in questo senso, sarebbe visto in maniera negativa.
A testimonianza di ciò, le parole del presidente dell’Azione cattolica di Fabriano-Matelica, Marco Salari. «Accogliamo con gratitudine e spirito di collaborazione la nomina di mons. Francesco Massara, Arcivescovo di Camerino e San Severino Marche, come Amministratore Apostolico della diocesi di Fabriano-Matelica e ci mettiamo da subito a disposizione per un proficuo e fecondo lavoro. Non possiamo però non manifestare preoccupazione, o quanto meno attenzione vigile, alle esigenze di un territorio già fortemente provato da crisi occupazionale, impoverimento dei servizi, difficoltà infrastrutturali, spopolamento, aumento preoccupante della spesa nel gioco d’azzardo e che ha visto, nell’arco di appena tre anni, la nomina di un nuovo vescovo e di due amministratori apostolici».
Secondo Salari, «in questa fase delicata, il nostro territorio e la nostra diocesi hanno sicuramente bisogno di una stabilità anche dal punto di vista della comunità ecclesiale, credente ed educante, che passi tra le varie anche attraverso la nomina di un pastore che sia messo nella condizione di avere tempo e modo di conoscerne la realtà con le sue peculiarità, i punti di forza, le fragilità, le ferite da sanare ed assumerne “l’odore delle pecore”.
Una guida che possa fare sue le istanze della popolazione credente e non ed in grado di guidare la Chiesa locale ed essere sempre più presenza viva e vera di Cristo Risorto. Auspichiamo pertanto, quanto prima, una soluzione definitiva che possa tener conto anche del parere e dell’esperienza di tanti sacerdoti e laici che quotidianamente vivono il territorio».