FABRIANO – «Rilevate evidenti difformità fra il progetto autorizzato dalla Unione Montana dell’Esino-Frasassi e la esecuzione dei lavori». Sembra non ammettere repliche, la nota stampa diffusa dai Carabinieri Forestali che il 30 marzo hanno posto i sigilli al cantiere boschivo a Monte Fano di Fabriano, sito di interesse comunitario, vicino al monastero di San Silvestro. Rilevate evidenti difformità. Sequestrati grossi mezzi di cantiere per oltre 1,5 milioni di euro, imposti legnosi, e legno cippato pronto per l’invio ad una centrale a biomasse del Nord.
I militari dei Carabinieri forestali, Gruppo di Ancona, coadiuvati dai Comandi Stazione Carabinieri forestali di Genga-Frasassi e di Fabriano, hanno proceduto al sequestro del cantiere boschivo operante per il taglio di una pineta di circa 195.000 mq. (19,5 ettari) in località Monte Fano di Fabriano, di proprietà del Monastero di San Silvestro, poco sopra la città di Fabriano. «Ciò poiché, dagli accertamenti tecnici esperiti, che peraltro proseguono vista la complessità tecnica dei rilievi, è emersa la necessità di interrompere i lavori in corso da parte della ditta boschiva esecutrice degli stessi. Sono infatti state rilevate difformità fra le previsioni di progetto e la materiale esecuzione delle operazioni di taglio ed esbosco. A titolo di esempio, sono stati riscontrati mezzi di cantiere del tipo “forwarder”, con un ingombro minimo di tre metri di larghezza, che per farsi strada nel bosco hanno spianato vaste strisce della popolazione forestale, danneggiando anche la rinnovazione naturale di latifoglie ed asportando tipologie di piante che avrebbero dovuto essere risparmiate. Questa ed altre condotte risultavano in evidente contrasto con le previsioni del progetto, con le Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale e danneggiando il bosco».
L’area oggetto dell’intervento, molto nota ai fabrianesi, ricade per 18 ettari circa all’interno del siti di importanza comunitaria denominato Faggeto di San Silvestro, per tali zone vigono misure di tutela speciali, più rigorose rispetto ad un comune bosco. «Si è quindi proceduto al sequestro di iniziativa, convalidato dalla Procura della Repubblica di Ancona oggi 31 marzo, dei mezzi di cantiere – 1 cippatrice, 2 escavatori, 1 forwarder boschivo – nonché di 2 imposti di legnatico di pino nero e di 1 imposto di legname cippato. Il sequestro è stato effettuato a carico del Direttore Operativo della ditta esecutrice dei lavori. I fatti contestati riguardano l’art. 181 del D.lgs 42/2004 (Codice Urbani), in quanto opere eseguite in difformità dalla autorizzazione – reclusione da 1 a 4 anni e l’art. 734 cp – deturpamento di bellezze naturali. Non è purtroppo il primo caso in cui si riscontrano, in questa e in altre aree del Paese, utilizzi boschivi spregiudicati, anche in aree particolarmente protette, per far fronte alle sempre maggiori richieste di cippato legnoso da parte di grandi centrali a biomasse, per lo più ubicate fuori dalla regione in cui insistono i boschi. Su questo aspetto – si conclude la nota stampa – è massima la vigilanza dei Carabinieri forestale, allo scopo di impedire depauperamenti del patrimonio boschivo e naturalistico per aree del Paese particolarmente tutelate dalle norme nazionali e comunitarie».