TAVERNE DI SERRAVALLE DI CHIENTI (MC) – Non il caldo, né la paura del terremoto possono arrestare l’energia del Montelago Celtic Festival. Quindici anni portati benissimo, festeggiati sabato sera da una folla sterminata, ma ordinata e rispettosa della immensa Città Fatata della Terra di Mezzo, ai piedi dei Monti Sibillini, dove si è svolta la suggestiva e coinvolgente tre giorni di cultura celtica, punto di riferimento in Italia per gli amanti del genere.
Su queste distese di prati, colorati da migliaia di tende, circondati da maestose cime dove a volte passano le aquile, non c’è fretta, non c’è ansia, non c’è modo di annoiarsi. Piovono folletti dal cielo con ombrelli alla mano per planare dolcemente e prevenire scottature. Fate accattivanti raccontano fiabe e superstizioni, intonano melodie, invitano dai palchi a vorticose danze; indomabili guerrieri si sfidano, armati di spade e lance, nello storico accampamento e anche sul campo con la palla ovale, a colpi di mete.
Montelago c’è, ancora una volta, e con lui il popolo umbro e marchigiano così duramente colpito dal terremoto, che non si è piegato e ha deciso di restare e resistere. Un po’ come Frodo, il protagonista del Signore degli Anelli di Tolkien, che distrugge l’anello del potere, sconfiggendo le forze del male. È la vittoria sulla vuotezza, sulla monotonia, sull’insofferenza, sul disorientamento, sulla burocrazia e sulle calamità, evidenziano gli encomiabili organizzatori.
Perché da ogni “distruzione”, esterna o interiore che sia, si rinasce più forti di prima e anche una catastrofe può generare una nuova vita. E così gli Hobbit dell’Appennino, capaci di inaspettati picchi come le pareti dei Sibillini, diventano i custodi più veri di un mondo dalla vocazione fantasy, pronti ad accogliere, coroncine di fiori in testa e scudi di legno in mano, chi viene da lontano, i forestieri, in un clima di pace e di armonia.
A Taverne di Serravalle di Chienti (Mc), per l’edizione 2017, è arrivata anche la gigantesca Arpa della Rinascita a segnare la direzione, alta 16 metri ed illuminata anche di notte. Non ci si può sbagliare, insomma. Genti da tutta la Penisola e dai Paesi europei, soprattutto anglosassoni e dell’Est, ma anche da Austria, Germania, Francia, Grecia, Cipro e Cile, hanno raggiunto la distesa all’ombra dei Sibillini per immergersi nel festival celtico più grande d’Italia. Si parla il linguaggio universale dell’amicizia.
Concerti non stop, lezioni/spettacolo, seminari, concorso di scrittura creativa, matrimoni, accademia, laboratori, stage, rievocazione storica, arcieria, danze scozzesi, falconeria, giochi, sport, pirotecnia, mercato celtico, attività all’aria aperta, passeggiate in bicicletta alla scoperta del territorio: la formula magica piace e conquista grandi, vecchi e piccini.
Perché Montelago è il motore che innesca un incantesimo, è la passione dei volontari che promuovono l’accoglienza e che, con l’aiuto della Protezione civile, delle Forze dell’Ordine, dell’Unita operativa Dipendenze patologiche dell’Asur, dei presidi medico-sanitari h24 con almeno una decina di organizzazioni coinvolte, garantiscono tranquillità, prevenzione e sicurezza. È la coscienza dell’esercito “green” che, insieme al Cosmari, tutela l’ambiente con la raccolta differenziata, sempre migliore. È il Festival di tutti e per tutti, il ritrovo di un Popolo, la bellezza di una comunità unita ogni volta sotto le stesse stelle.
Non resta che attendere il 2018.
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