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Montelupone festeggia San Firmano tra marcialonga e street food

Torna anche la nona edizione del “Premio San Firmano”, assegnato ogni anno a quanti hanno contribuito alla sua valorizzazione e conoscenza

L'abbazia di San Firmano a Montelupone (Foto: Comune)

MACERATA – Tutto pronto a Montelupone per la festa di San Firmano. «Come ogni anno da tempo immemorabile, l’11 marzo è dedicato al Santo Patrono del Borgo e già da alcuni giorni si susseguono liturgie religiose e manifestazioni civili che proseguiranno fino a domenica 19 marzo. Marcialonga, il Premio San Firmano, la solenne liturgia e street food sono solo alcune delle iniziative in programma per la festa del patrono», spiega l’ammnistrazione.

L’abbazia che custodisce le reliquie del Santo sarà il centro delle celebrazioni che culmineranno domani, sabato 11 marzo: alle ore 9 la Santa Messa, alle ore 10.30 Santa Messa solenne con le autorità, alle ore 15,30 si terrà il pellegrinaggio con le reliquie del Santo dalla chiesa Collegiata di Montelupone all’Abbazia di San Firmano, seguito dalla Santa Messa di conclusione. Seguirà alle ore 17 un intrattenimento musicale con la speciale Band ‘‘Andrea Bonifazi’’.  Domenica alle 17 in Abbazia si svolgerà la nona edizione del premio San Firmano, assegnato ogni anno a quanti hanno contribuito alla valorizzazione e conoscenza dell’abbazia, con la consegna del premio da parte del sindaco di Montelupone, Rolando Pecora dopo l’introduzione del parroco, don Giacomo Ippolito.

Alle numerose celebrazioni religiose si affiancheranno poi stand gastronomici a pranzo e a cena, concerti, lotteria con estrazione prevista per domenica 19 marzo, spettacoli teatrali. Inoltre, alle ore 21 di venerdì si svolgerà la gara di briscola, e sabato alle ore 15 partirà la 42ª edizione della Marcialonga organizzata dal Gruppo Podistico Avis di Montelupone.

Tante, dunque, le iniziative per festeggiare un Santo che ha segnato la storia del paese: San Firmano visse nell’abbazia a lui intitolata dal 986 al 992 e con la sua opera, insieme a quella degli altri monaci vissuti con lui e dopo di lui, contribuì alla bonifica della vallata del Potenza, migliorando le condizioni di vita della popolazione locale, elevandone la dignità e rafforzandone la fede.