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Moravia e Mosè da Gualdo, due appuntamenti letterari a Fabriano

A organizzare la prima iniziativa l'Inner Wheel club cittadino nella sala assemblee della Fondazione Carifac. La seconda, invece, è nella sala Pilati della Biblioteca civica e si inserisce nelle celebrazioni del "Giorno della Memoria"

La Biblioteca Sassi di Fabriano
La Biblioteca Sassi di Fabriano

FABRIANO – Doppio appuntamento letterario a Fabriano. Si parte questo pomeriggio, 24 gennaio, alle 17:30 nella sala assemblea della Fondazione Carifac con l’iniziativa promossa dall’Inner wheel club di Fabriano in collaborazione con Unitre, sezione cittadina, denominata “Salotti letterari”. Il noto scrittore fabrianese, Alessandro Moscè, proporrà un incontro sul celebre Alberto Moravia e la società borghese. «Un tema molto interessante e che sarà porre in evidenza alcuni aspetti della vita e delle opere di Moravia», evidenziano gli organizzatori.

Il secondo appuntamento è in calendario per domani 25 gennaio alle 17, nella sala Pilati della Biblioteca civica di Fabriano, per la presentazione del libro Mosè da Gualdo: una storia vera nel rinascimento gualdese di Marco Jacoviello. Ne parlerà insieme all’autore lo storico fabrianese Stefano Gatti. «Mosè da Gualdo è un’indagine storica tratta dai verbali processuali del 1511 custoditi all’Archivio di Stato di Perugia. L’incredibile vicenda vissuta dall’ebreo Mosè nella cittadina umbra si dipana tra Perugia, Gualdo, Fabriano, Sassoferrato e Recanati costituisce il nucleo di una vicenda ben più complessa che affonda le sue radici nel pregiudizio antiebraico, preludio di una discriminazione confluita nella tragedia della Shoah. Un colpo di scena finale, come nei migliori drammi di Shakespeare, rimodula le accuse e riscatta Mosè dalle disavventure di un inquisitore senza scrupoli», anticipano gli organizzatori.

La presentazione del volume si inserisce nelle celebrazioni del giorno della Memoria come testimonianza dei valori di civiltà e di libertà propri della cultura italiana. «Il libro documenta la storia di un commerciante ebreo di Gualdo Tadino che all’inizio del Cinquecento viene inquisito con accuse infamanti dal vicario vescovile di Nocera Umbra: furto di oggetti sacri, ricettazione, usura, macellazione impropria di animali, empietà e vilipendio alla religione. Si tratta di una storia, ben documentata, di discriminazione religiosa nei confronti di una minoranza con accuse ricorrenti nel corso del tempo», spiega lo storico fabrianese Stefano Gatti.

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