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Morire senza salute

La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi organizza la presentazione del libro del dottor Gabriele Pagliariccio, chirurgo vascolare presso gli Ospedali Riuniti di Ancona Appuntamento giovedì 6 aprile

JESI – Giovedì 6 aprile, dalle ore 18, il dottore Gabriele Pagliariccio, chirurgo vascolare presso gli Ospedali Riuniti di Ancona, impegnato anche come medico volontario della organizzazione Operazione Mato Grosso, attiva in America Latina a favore dei più bisognosi, presenterà il suo libro “Morire senza salute”, presso la Sala Convegni di Palazzo Bisaccioni.

Nel suo saggio l’autore ripercorre le tappe che hanno portato a far sì che il diritto alla salute fosse introdotto tra quelli fondamentali dall’uomo e ricorda come oggi però questo diritto «sia sempre più dipendente dai diktat della Banca mondiale dal Fondo monetario internazionale per i quali il malato è solo una voce di spesa per i bilanci pubblici, spingendo i singoli stati a privatizzare i servizi sanitari chiedendo al cliente di contribuire alle spese e rendendo di fatto una merce quello che dovrebbe essere invece un servizio».

«Morire senza salute – si spiega – è morire senza aver diritto ad una assistenza sanitaria adeguata e gratuita. Nella maggior parte del mondo questo diritto è usurpato, drammaticamente negato: si è condannati a morire sulla porta di un ospedale se non si hanno i soldi con cui pagarsi le cure. Anche in Italia il diritto alla salute, che dovrebbe essere costituzionalmente tutelato, si sta dissolvendo sotto i colpi della spending rewiev in mezzo ad una pressoché totale indifferenza. Anche nel nostro Paese l’obiettivo finale è la privatizzazione. Un obiettivo che le tesi proposte in questo libro vogliono sfatare perché la cura è un diritto che non può essere mercificato».

In questo contesto è interessante il percorso virtuoso dell’Ecuador, un Paese che, vincendo il paradigma liberista, sta compiendo un cammino verso la costruzione di una sanità pubblica.

«Esiste una medicina non impassibile, non distante, non ridotta a tecnica d’intervento. Una medicina che non dimentica che un ‘paziente’ ha bisogno di essere riconosciuto innanzitutto come persona, e che si interroga sui meccanismi di esclusione e di povertà all’origine di molte malattie e problemi sanitari». È la medicina che ispira il lavoro di Pagliaricco che, forte di un’esperienza maturata in Paesi come l’Albania, il Perù, il Bangladesh, la Costa d’Avorio, si interroga sul diritto alla salute e sulle tante minacce da cui oggi esso deve difendersi.