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L’addio a Pietro Saburri nel ricordo di un amico

Il giornalista Bruno Luminari ricorda il carrozziere di Jesi, residente a Scorcelletti, scomparso all'età di 54 anni, sabato scorso (13 luglio), stroncato da un malore: «Se n’è andato da signore qual’era. In punta di piedi, com’era vissuto»

CASTELPLANIO- «Ma chi, Pietro Saburri il carrozziere?». L’ho confermato e mio padre è rimasto gelato, incredulo. Era il suo carrozziere e ne avevo sentito parlare, talvolta in casa, come di una persona per bene e un valido professionista. Si siede mio padre, a 73 anni certe emozioni… e io mi pento d’averglielo detto. Poi, forse ritrovando inconsciamente il suo trascorso di cronista (è stato giornalista del Corriere Adriatico redazione di Jesi) mi dice che si rischia la retorica raccontando una persona per bene, un gran lavoratore, un padre amorevole.

«Aveva solo 54 anni, dannazione, e se n’è andato da signore qual’era: ha capito l’infarto che stava salendo, ha guidato la sua auto per qualche secondo, l’ha fermata in zona sicura, ha spento il motore, ha reclinato il capo in avanti ed è morto. In punta di piedi, com’era vissuto» dice mio padre a bassa voce, imprecando e cercando di mascherare la commozione.

Poi s’arrabbia un po’: «Un personaggio positivo non fa notizia neanche se muore così, senza far rumore, senza aggredire, senza colpire e per giunta parlava anche pacatamente, non l’ho visto mai arrabbiato». Provo a chiedergli se era davvero un bravo carrozziere? Mi guarda di traverso. «A Jesi si dice che se la carrozzeria Saburri & Murri non è in grado di riparare un danno a un autoveicolo, al proprietario non resta che portarlo alla demolizione, perché nessun altro sarebbe stato in grado di farlo», mi risponde convinto. E prosegue: «Ho avuto modo di parlare con lui svariate volte, rubandogli qualche manciata di minuti per un caffè e una sigaretta. Era difficile farsi dire cose personali, come il sostegno finanziario a un’associazione che si occupava di bambini in difficoltà, e quella passionaccia per il volo. Voleva prendere il brevetto da pilota per aerei leggeri e credo ce l’abbia fatta. Ma non trovava mai il tempo per gli hobby, perché insieme al socio di sempre Marco Murri e ai dipendenti aveva sempre da mettere a posto auto e autoveicoli vari. Per non dire del soccorso stradale h24, sempre pronto a risolvere problemi altrui».

In una chiesa sarà celebrato il funerale di Pietro Saburri. Ci sarà tanta gente, tanti fiori, tanta commozione e vicinanza alla moglie, alle figlie, all’anziana madre e al fratello. Il celebrante troverà parole di cristiano sostegno. Nient’altro. Perché Pietro era una persona perbene, pacato, gran lavoratore, figlio, marito e padre amoroso. Niente a che vedere con il gossip, gli influencer, i post. Pietro Saburri dovrebbe diventare materia didattica come “Vita e lavoro di una persona perbene”. Lo dico a mio padre, lui mi manda al diavolo, credo che stia recitando una preghiera per il suo amico.

I funerali, affidati all’impresa funebre Brunori e Ciccoli, si terranno nella chiesa parrocchiale di Pantiere di Castelbellino in data da definire per attendere i risulatati dell’esame autoptico disposto dal Medico Legale.

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