ANCONA – Il mosciolo selvatico del Conero sarà al centro di Mosciolando, la manifestazione organizzata dalla condotta Slow Food Ancona e Conero, in collaborazione con il Consorzio La Baia, la Cooperativa Pescatori di Portonovo e l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Un termine dialettale, mosciolo, con il quale gli anconetani si riferiscono alle cozze selvagge, ovvero quelle che si riproducono spontaneamente sugli scogli del Conero, nel tratto di costa che va da Pietralacroce fino al confine tra Sirolo e Numana, passando per la Baia di Portonovo. Una vera eccellenza locale che ha ottenuto nel 2004 il Presidio Slow Food.
Il ricco cartellone prevede una quattro giorni di eventi culinari, scientifici e culturali che si snoderanno tra Ancona e Portonovo dal 21 al 24 giugno. Un appuntamento fisso da ben 13 edizioni, per i tanti anconetani orgogliosi dei moscioli, emblema della tradizione gastronomica della Riviera del Conero, ma conosciuti ormai in tutto il mondo grazie all’azione di promozione compiuta da Slow Food.
Non una sagra, ci tiene a sottolineare Franco Frezzotti membro dell’esecutivo regionale di Slow Food Marche ed ex fiduciario della Condotta di Ancona, ma una manifestazione che «intende valorizzare il mosciolo nelle sue caratteristiche» e una modalità di pesca sostenibile, che permette la riproduzione spontanea del mosciolo. «Dobbiamo trovare un modo per far sì che il mare continui ad essere, come è oggi, un mare di categoria A – ha precisato – che permetta la pesca e il consumo immediato di pesce, senza dover ricorrere alla stabulazione».
Una grande unicità, quella che caratterizza il mosciolo selvatico di Portonovo e la sua pesca, unica esperienza di pesca professionale di mitili, in Italia e nel mondo, come ha precisato Frezzotti: «La produzione dei mitili ormai avviene solo con l’allevamento – ha concluso – il presidio Slow Food intende tutelare questa tradizione di pesca e di caratteristiche del mosciolo».
Un mollusco che costituisce un «vanto della vera tradizione anconetana che esclude prodotti di allevamento – gli ha fatto eco il fiduciario della Condotta Roberto Rubegni – il Mosciolo selvatico di Portonovo è l’unico attualmente che garantisce che la pesca venga effettuata strappando direttamente i mitili dagli scogli. Purtroppo la confusione che si genera nei consumatori è data dal fatto che tutte le cozze ad Ancona vengono chiamate moscioli».
MOSCIOLANDO, IL CARTELLONE DEGLI EVENTI
L’edizione 2018 di Mosciolando ripropone la formula consolidata degli ultimi due anni e che ha riscosso tanto successo. Come da tradizione, si parte da Ancona, dove giovedì 21 giugno si terrà “Mosciolando al Passetto”. Una location non a caso, perché il Passetto è il luogo simbolo degli anconetani, dove da sempre i “grottaroli” si dedicano alla pesca del mollusco. Moscioli e vino, si uniranno in un connubio che punta a riscoprire una tradizione tutta anconetana, rendendo omaggio anche alla Spiaggia Urbani, «simbolo affascinante della città», come ha sottolineato Rubegni. Le grotte saranno anche teatro della lettura da parte dell’anconetano Alfredo Bartolomei Cartocci, di alcuni dei brani tratti da un libro di Valter Paoletti. Le letture saranno accompagnate dalla musica di Alessandro Pellegrini.
Venerdì 22 giugno Mosciolando fa tappa a Portonovo con il convegno intitolato “La Comunità del Mosciolo di Portonovo: prospettive” che si terrà al Fortino Napoleonico, alle ore 10.30. L’evento vedrà la partecipazione fra gli altri di Roberto Rubegni, fiduciario Slow Food Ancona e Conero, di Marco Giovagnoli, professore di Sociologia dei processi economici di UNICAM, di Roberto Danovaro, professore di Ecologia dell’UNIVPM, di Simone Baleani, chef del Ristorante Il Molo di Portonovo e di Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.
Gli appuntamenti gastronomici inizieranno alle ore 17 alla Spiaggia Bonetti di Portonovo con “Moscioli a merenda” , mentre alle ore 18.00 al Capanno del pescatore Sandro Stecconi si terrà il laboratorio del gusto “Il Mosciolo incontra il Pecorino dei Sibillini”. Un evento che unisce due presidi Slow Food: i moscioli e il pecorino dei Sibillini.
Alle ore 20,30 sarà la volta della tipica “cena sotto le stelle”, al Ristorante Marcello, al termine della quale sarà consegnato il Mosciolo d’oro 2018, un riconoscimento attribuito ogni anno a un personaggio che si è distinto nel promuovere e valorizzare Portonovo. Quest’anno sarà premiata Ramona Emergenti, la prima ed unica donna pescatrice di moscioli. Ex titolare dell’omonimo chiosco, abbattuto recentemente perché giudicato abusivo, Ramona è figlia d’arte: il padre Nedus, è uno dei più rappresentativi personaggi del Poggio, come ha spiegato Frezzotti, ricordando i tempi in cui l’uomo, come altri pescatori dell’epoca, utilizzava il tritolo per pescare.
Sabato 23 Mosciolando prosegue alle ore 11 nella spiaggia di fronte ai locali della Cooperativa Pescatori, con “Pescati e Mangiati” uno dei momenti più apprezzati dai tanti turisti che affollano la Baia. All’arrivo delle barche con i moscioli appena pescati, segue la degustazione accompagnata dal vino.
Alle 18, al Ristorante Il Molo si terrà invece il laboratorio del gusto “Il Mare incontra la pastorizia dei Sibillini”, con la presentazione di una ricetta innovativa ideata dallo chef Simone Baleani. Un laboratorio legato ad un gemellaggio, realizzato da Slow Food Ancona con la Condotta di Gualdo, con la finalità di rafforzare il tradizionale legame tra il Mare Adriatico e i Monti Appennini, come ha spiegato Franco Frezzotti, del quale saranno letti alcuni brani tratti dal suo libro sui Balcani, scritto a quattro mani con Paola Carbini. Un’esperienza che la Condotta di Ancona cercherà di riproporre per promuovere la conoscenza non solo delle bellezze delle montagne, ma anche dei prodotti tipici del territorio, come pecorino, ciauscolo, e mela rosa, tutti già presidi.
La manifestazione si chiuderà domenica 24 giugno a Portonovo alle ore 8.30 con il tradizionale “Palio delle batane”, dove quattro equipaggi si sfideranno nel tratto di mare che va dalla Cooperativa dei Pescatori alla chiesetta, per poi tornare indietro. Seguirà la Santa Messa celebrata per la prima volta sul mare, antistante al Ristorante Emilia. Nel pomeriggio dalle ore 17 Mosciolando si sposta al Poggio con la degustazione di Moscioli, prodotti e vini del territorio, accompagnati da musica.
Nel corso della quattro giorni, nei ristoranti aderenti all’iniziativa si potranno gustare aperitivi e menù a base di Mosciolo selvatico di Portonovo, preparati per l’occasione. Slow Food, ha anticipato che per la prossima edizione, stanno già lavorando alla realizzazione di una mostra fotografica che ripercorrerà le edizioni passate.
IL MOSCIOLO SELVATICO, TRA STORIA E CURIOSITA’
La presenza dei moscioli, nelle acque del Conero, è testimoniata fin dai primi del Novecento. All’epoca però la pesca di questa cozza era piuttosto limitata, per la presenza esigua del mitile che si concentrava prevalentemente su pochi scogli tra Pietralacroce e Sirolo, e soprattutto su quello del Trave.
Cibo molto apprezzato dai pescatori, i moscioli venivano consumati appena pescati, essenzialmente in due modi: aprendoli su una lastra posata sul fuoco e senza aggiunta di alcun condimento, oppure alla marinara in pentola con olio, aglio, prezzemolo e pepe, come si usa fare ancora oggi.
Una pesca, che fino al secondo dopoguerra veniva effettuata con le batane, le barche a remi, e che veniva praticata dalle maestranze del porto dorico, ma anche dai contadini del Poggio, di Varano, di Massignano, di Pietralacroce e di Sirolo, che scendevano dalle campagne per cibarsene e per arrotondare i loro esigui guadagni. Gli stessi contadini, nel periodo prima dell’avvento della Seconda Guerra Mondiale, utilizzavano dei forconi, che avevano adattato, incurvandone i denti, per staccare il mollusco dallo scoglio.
Uno strumento artigianale, che oggi è possibile ammirare nel piccolo Museo del Poggio di Ancona.
I contadini prendevano le cozze arrampicandosi sullo scoglio del Trave, fin dove riuscivano a salire, ma all’epoca pescavano anche le seppie con le fascine, opportunamente intrecciate a mano per intrappolare il pesce, e si dedicavano anche alla pesca dei “folpi”, ossia dei polipi, che poi venivano sbattuti sugli scoglio, proprio come usano fare ancora oggi i pescatori del luogo.
Una tradizione di pesca e culinaria, quella del mosciolo, che nasce proprio ad Ancona. I primi ristoranti di Portonovo, che all’epoca erano solo dei chioschi, furono aperti dalle mogli dei contadini e dei pescatori. Queste donne preparavano una cucina di campagna, come le tagliatelle, accompagnandola con il pescato. È proprio in questo modo che ha preso avvio la grande tradizione culinaria nella Baia di Portonovo.
Come ci ha raccontato Frezzotti, il ristorante Emilia iniziò a cucinare i moscioli proprio perché i ragazzi di Ancona, dopo averli pescati, gli chiedevano di cuocerli. Ad Emilia, si è poi aggiunta Anna, con il suo famoso battuto di moscioli, al quale aggiungeva, per renderlo ancora più saporito, lardo o prosciutto.