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La mostra sulla street art di Haring riapre a Osimo

Era stata inaugurata in “ritardo” il 23 luglio dell’anno scorso, con proroga fino al 10 gennaio di questo, a causa del primo lockdown della scorsa primavera. Poi la seconda ondata di autunno ha costretto a chiudere ancora. Adesso torna a nuova vita

OSIMO – Riaprirà sabato 15 maggio la mostra “Made in New York. Keith Haring (subway drawings) – Paolo Buggiani e la vera origine della street art” a palazzo Campana di Osimo e resterà visitabile fino al 19 settembre. La mostra era stata inaugurata in “ritardo” il 23 luglio dell’anno scorso, con proroga fino al 10 gennaio di quest’anno, a causa del primo lockdown della scorsa primavera. Poi la seconda ondata pandemica di autunno ha costretto a chiudere la mostra, che nei tre mesi di apertura a ingressi contingentati aveva comunque registrato circa seimila visitatori. Per sfruttare al meglio l’opportunità di ospitare a Osimo le opere dei più grandi artisti della street art mondiale, l’amministrazione comunale ha chiesto e ottenuto dall’onorevole Pietro Folena, dell’associazione “Metamorfosi” che la cura, questa seconda proroga almeno un mese fa in attesa delle disposizioni del Governo. Soddisfatto il sindaco Simone Pugnaloni che aggiunge: «Si è iniziato a ragionare anche su una nuova programmazione a partire dal prossimo inverno durante il periodo natalizio».

Con i suoi “omini” ha saputo portare la cultura pop in alto invadendo tutte le città del mondo l’artista statunitense Keith Haring. L’allestimento delle opere di street art dì Buggiani, e quelle di Haring che lo stesso artista toscano aveva salvato, erano all’Exma di Cagliari, pronte al trasferimento a Osimo ma si è fermato tutto prima del viaggio stesso. Gli organizzatori dell’evento, l’associazione culturale Metamorfosi presieduta da Folena, il curatore Gianluca Marziani, la Fondazione Don Carlo Grillantini, l’Istituto Campana per l’istruzione permanente e la Asso sono in costante contatto. La mostra analizza le origini di un movimento spontaneo che, da oltre quarant’anni, anima pareti, strade, edifici e ogni superficie su cui gli artisti imprimono nuovi codici della visione con l’intento di proporre al pubblico un’esposizione d’arte strettamente contemporanea soprattutto per coinvolgere e stimolare le giovani generazioni.

«Con Banksy abbiamo voluto perseguire una dimensione culturale più versatile e, visto il successo ottenuto, anche delle iniziative collaterali con scuole ed associazioni, siamo rimasti nel percorso della Street art con l’artista che, di fatto, l’ha avviata», ha detto l’assessore alla Cultura Mauro Pellegrini.