FABRIANO – Protocollata mozione di sfiducia nei confronti della presidente del Consiglio comunale di Fabriano, Giuseppina Tobaldi, del Movimento 5 Stelle. I gruppi di opposizione chiedono che la mozione possa essere votata nella prossima seduta dell’Assise civica. Si riservano di interessare della questione anche la Prefettura e la Procura della Repubblica.
Le motivazioni che hanno portato i consiglieri di minoranza di Associazione Fabriano Progressista, Coalizione Scattolini-FdI-Lega, Fabriano Popolare, Fabriano Progressista, Forza Italia e Partito Democratico, sono molteplici e circostanziate. Comprendendo, anche, la famigerata questione relativa a un’interpellanza non inserita nell’ordine del giorno del Consiglio comunale fabrianese «perché il sindaco, Gabriele Santarelli, aveva già risposto su Facebook».
Se politicamente l’atto, seppur importante, per via dei numeri in Consiglio comunale con una netta maggioranza pentastellata, è destinato a non passare, di rilievo è il fatto che le opposizioni di Fabriano oltre a chiedere la sfiducia della Tobaldi, si riservano «di rivolgersi alla Prefettura; agli Organi competenti per l’accertamento di responsabilità in capo anche alla Segretaria Comunale, Avv. Vania Ceccarani; nonché alla Procura della Repubblica per l’accertamento di eventuali ipotesi di reato».
I motivi che hanno portato a questa mozione di sfiducia, come detto, sono molteplici. «La Presidente del Consiglio comunale ha violato ripetutamente le norme del Regolamento del Consiglio comunale e dello Statuto. Ha: reiteratamente violato l’art. 46 del Regolamento del consiglio, il quale statuisce che: “L’oratore, nell’illustrare la sua interpellanza, non può superare i cinque minuti. Dopo le spiegazioni fornite dal Sindaco o dall’Assessore delegato, l’interpellante può dichiararsi soddisfatto o meno e per quale ragione. In questo caso gli è concesso un tempo massimo di tre minuti”. Infatti, in questo anno e mezzo di consiliatura ha concesso alla Giunta controrepliche, a prescindere dalla presenza di questioni personali che possano riguardare gli stessi membri della Giunta, innovando il Regolamento senza averne alcuna competenza; ha rifiutato di iscrivere interpellanze e/o mozioni senza motivazioni per poi magari iscriverle al Consiglio comunale successivo; ha dichiarato non ammissibili le mozioni dell’aprile 2018 suffragando tale azione con un parere successivo della Segretaria comunale opinabile e infondato».
Ancora, «in occasione del Consiglio comunale del 18/12/2018 ha fatto proseguire i lavori oltre l’orario stabilito nella convocazione e concordato in conferenza Capigruppo, continuando i lavori oltre le ore 22 e introducendo nuovi argomenti di discussione in assenza dei Consiglieri di minoranza e senza una votazione consiliare che legittimasse la continuazione del Consiglio medesimo; in più circostanze ha affermato di voler avocare le competenze della I° Commissione Consiliare, in quanto era comunque sua intenzione voler iscrivere all’odg del Consiglio comunale il nuovo Regolamento sul funzionamento dello stesso, nonostante i lavori in Commissione non fossero stati ultimati; impedito che venisse inserito nell’odg dei lavori del Consiglio comunale una interpellanza con l’assurda motivazione che alla stessa era stata fornita risposta, per il tramite di un social network (Facebook), da parte del Sindaco. Fatto grave perché rappresenta una limitazione delle funzioni istituzionali dei Consiglieri comunali tutti, a prescindere dal loro ruolo politico di maggioranza o minoranza, tanto che la vicenda ha trovato eco sulla stampa nazionale».