ANCONA – Una seduta straordinaria del Consiglio regionale aperta al mondo della sanità, ai sindaci Anci e all’Upi (Unione province d’Italia), per fare il punto della pandemia delle Marche. La chiede il gruppo assembleare del Pd al presidente del Consiglio regionale Dino Latini, in seguito al peggioramento della situazione sanitaria nella regione. L’obiettivo, come spiegano i dem, è quello di «discutere le azioni più efficaci volte a frenare i contagi e a tutelare la sicurezza dei cittadini», si legge nella nota dei dem, così da «invertire in fretta questa drammatica tendenza».
«Il quadro sanitario della nostra regione ha subìto nelle ultime settimane un sensibile aggravamento per quanto riguarda la crescita esponenziale della curva dei contagi, in particolare nelle province di Ancona e Macerata – afferma il capogruppo dei dem, Maurizio Mangialardi -. Non vogliamo parlare di epidemia fuori controllo, ma non possiamo neppure ignorare gli effetti di una crisi che, invece di attenuarsi, sembra spingere sull’acceleratore, con pesanti ricadute sociali ed economiche sulle attività produttive e commerciali».
I consiglieri del Partito Democratico mettono il dito nella piaga, sottolineando i ritardi nella campagna vaccinale e la mancata esecuzione di uno screening ad hoc nelle scuole. «Siamo molto rammaricati dal fatto che la maggioranza abbia più volte rigettato per pregiudizio le nostre proposte, come per esempio quella di riaprire le scuole in sicurezza attraverso l’esecuzione di uno screening mirato che avrebbe permesso di tracciare e isolare i contagi».
«Crediamo – proseguono – che il momento richieda da parte di tutti massima responsabilità e capacità di dialogo per mettere in campo azioni capaci di farci uscire insieme e più forti da questo incubo, a partire da una più efficiente pianificazione della campagna vaccinale, che sconta a oggi pesanti ritardi, soprattutto per quanto concernei soggetti più fragili e i residenti nelle aree interne».
La sindaca di Ancona e presidente Anci Marche, Valeria Mancinelli, negli ultimi giorni aveva ribadito il suo appello affinché «ognuno, anche individualmente, adotti la massima prudenza» anche evitando i contatti «non assolutamente necessari», inoltre ha auspicato l’assunzione «di nuovi provvedimenti».
Ad andare all’attacco è anche Articolo Uno con il coordinatore regionale del partito Massimo Montesi che punta il dito contro lo screening di massa che definisce «inutile, un vero e proprio flop». «Sono state investite risorse ingenti, 2,2 milioni di euro per i test rapidi che potevano essere spesi in maniera più efficacie per azioni più utili al contenimento della pandemia, ad esempio con campagne mirate. Inoltre si è impiegato il personale sanitario dove non serviva, per sottrarlo a servizi in cui era necessario»..
Una campagna che secondo il partito che esprime il ministro della Salute Roberto Speranza non è riuscita a frenare una nuova ondata, come «dimostrano i numeri di questi ultimi giorni. Ci rivolgiamo direttamente al presidente per chiedergli, prima di assumere decisioni di una tale portata, di ascoltare i tecnici: è necessario confrontarsi con le commissioni di esperti che possono indirizzare l’azione regionale verso le scelte migliori». «Lo screening – conclude Montesi – è utile solo quando viene usato in soggetti che appartengono a gruppi a rischio» e infine richiama alla necessità di accelerare «la vaccinazione delle categorie a rischio».