ANCONA – Hanno perso tutto, non hanno più una casa, alcuni non hanno più nemmeno la propria azienda. Sono arrabbiati, sfiduciati, sommersi dalla burocrazia. I terremotati, alcuni arrivati dalle strutture ricettive che li ospitano sulla costa, altri direttamente dall’entroterra ferito, oggi con un sit-in hanno portato davanti la Regione Marche le loro storie, le loro istanze, la propria solitudine. Proprio così. Le popolazioni dei Sibillini colpite dal sisma si sentono abbandonate dalle istituzioni. Chiedono risposte a cominciare dalle casette e dalla ricostruzione.
La manifestazione è stata organizzata da “Terre In Moto”, una rete nata a seguito degli eventi sismici che hanno colpito gravemente le Marche. Un percorso collettivo fatto di realtà sociali e associative, comitati spontanei e semplici cittadini uniti nella battaglia a difesa dei territori devastati dal terremoto, per contrastare la strategia dell’abbandono e rivendicare una ricostruzione rapida e degna. Un centinaio le persone, tra terremotati e esponenti della rete “Terre in Moto” provenienti da Macerata, Sarnano, Bolognola, Montegallo, Pievebovigliana, Fiastra, Camerino, San Ginesio, Tolentino, Amandola, Esanatoglia, Serrapetrona, Belforte del Chienti, Caldarola, Fabriano e Senigallia, che con cartelli e striscioni sono intervenute per “denunciare le responsabilità nella gestione delle problematiche legate al sisma, per chiedere interventi rapidi e una burocrazia non distruttiva, per la dignità dei territori e a sostegno delle persone colpite dal sisma”.
«Siamo qui per sottolineare i problemi che ancora vanno avanti a distanza di mesi dalle scosse di terremoto. Tralasciando l’emergenza neve, c’è una situazione di caos generale che riguarda tutti gli aspetti. Nell’entroterra, dall’ascolano al fermano al maceratese, gli allevatori non sanno cosa fare – spiega Simone Vecchioni, Terre in Moto-. Abbiamo fatto numerosi incontri negli alberghi e le persone non sanno dove cercare lavoro perché non sanno dove saranno spostate. Gli anziani ormai si sono rassegnati. Siamo qui per mettere un punto a questa situazione».
«Stiamo facendo un censimento per capire la reale situazione degli sfollati. In questo modo possiamo fare una fotografia che rimarrà anche dopo l’emergenza terremoto. Io vengo da Como. Sono arrivato nelle Marche con mia fidanzata lo scorso 15 ottobre perché avevamo un progetto per ripopolare le aree interne, ricche di valore culturale, ambientale, di tradizione, economia e di relazioni. Da lì bisogna ripartire per uno sviluppo del paese- racconta Raffaele Pozzi, Terre in Moto-. Poi ci sono state le scosse di terremoto. Nonostante la paura abbiamo deciso di rimanere grazie alla reazione del popolo marchigiano. Abbiamo visto tanta umanità, aiuto reciproco, un’attenzione per gli anziani che andava oltre ogni bene materiale danneggiato o distrutto. Questa cosa ci ha riempito umanamente».
Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta a Palazzo Raffaello. Queste le 10 istanze urgenti presentate da “Terre in Moto” in merito agli interventi a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma.
1 – Costituzione di un tavolo permanente di partecipazione democratica delle popolazioni alla formazione delle decisioni riguardanti la gestione dell’emergenza e la ricostruzione.
2 – Scongiurare il trasferimento della popolazione verso altre località, limitando l’utilizzo del patrimonio abitativo invenduto (art. 14 del nuovo decreto) e dando in ogni caso preferenza alle strutture dell’entroterra o nelle immediate vicinanze dei paesi di residenza delle persone con case inagibili.
3 – Recupero ritardi e velocizzazione nella predisposizione delle schede Aedes. Attualmente si spendono oltre 200.000 euro/giorno per le persone che ancora si trovano negli hotel. Accelerando sulle Aedes, molti potrebbero tornare nelle proprie abitazioni.
4 – Velocizzazione nell’installazione dei moduli provvisori assegnati agli allevatori dopo gli ultimi sopralluoghi. Sostegno al settore ed alla filiera agroalimentare.
5 – Deroga alle norme regionali e possibilità di realizzare autonomamente un modulo abitativo provvisorio, che dovrà essere obbligatoriamente rimosso quando verranno ripristinate le condizioni normali di abitabilità dell’abitazione originaria, così come previsto per la delocalizzazione temporanea delle imprese in base all’ordinanza commissariale.
6 – Estensione a tutto il 2017 della C.i.g. in deroga per i lavoratori dipendenti e delle misure di sostegno al reddito, come il contributo per lavoratori autonomi, collaboratori ed imprese (previsto nell’ordine di 5.000 euro per il 2016) a 18.000 euro per il 2017.
7 – Sostegno al territorio attraverso la conferma dei fondi comunitari previsti dalla programmazione ordinaria da destinare a progetti per le imprese esistenti, a nuovi investimenti compatibili con l’ambiente e le caratteristiche del territorio e alla promozione del turismo.
8 – Destinazione delle risorse regionali liberate dalla mancata compartecipazione al Programma di sviluppo rurale ed altri programmi comunitari esclusivamente a progetti riguardanti i territori coinvolti dal sisma.
9 – Avvicinare l’istituzione regionale ai territori coinvolti ed ai cittadini che vi abitano attraverso la strutturazione di sportelli territoriali dell’Ufficio per la ricostruzione.
10 – Sostenere il recupero del senso di comunità attraverso strutture destinate a spazi sociali e iniziative collaterali.