ANCONA – Querelano il figlio per comportamento aggressivo pensando di affidarlo a cure mediche specifiche ma lo ritrovano imputato in tribunale per maltrattamenti in famiglia. C’è una storia d’amore e di sofferenza dietro una vicenda sfociata in un processo a carico di un 53enne anconetano, affetto, sembrerebbe, da schizofrenia. A farlo finire rinviato a giudizio sono stati i genitori, dopo una denuncia fatta diversi mesi fa ai carabinieri che hanno inoltrato tutto in procura.
Il figlio si era presentato a casa e voleva 2mila sterline da loro perché doveva darli ad una presunta persona che lo minacciava. In quella occasione aveva aggredito fisicamente i familiari. Oggi la mamma, davanti al gup, si è messa a piangere. I genitori vorrebbero ritirare la querela perché il loro intento non era accanirsi sul figlio che ritengono malato ma volevano solo cercare così un aiuto per curarlo.
Ma per la giustizia questo non è possibile. Al 53enne vengono contestati episodi violenti dal 1984 al 2017. Un caso al confine tra malattia e legalità che potrebbe ora propendere per la prima via. L’avvocato della difesa, Eugenio Tummarello, ha chiesto infatti al giudice di far fare una perizia medica all’imputato per dimostrare il vizio totale di mente e far cadere le accuse per imputabilità dell’uomo, da tempo in cura in una struttura dello jesino. Il pm si è associato alla richiesta del difensore. L’udienza è stata rinviata al 16 ottobre per conferire l’incarico.