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Nuova moria di pesci nel fiume Giano, i carabinieri forestali campionano le acque

Un post sui social network per denunciare questo episodio a distanza di un anno dal precedente della scorsa estate. E proprio su questo, parte l'affondo nei confronti dell'Amministrazione pentastellata. Si attende l'esito delle analisi effettuate dai militari

I pesci morti nel Giano

FABRIANO – Nuova moria di pesci nel fiume Giano a Fabriano. A denunciarlo il gruppo Difendi Fabriano, in altre parole Casapound, attraverso i social network. Chiesto all’Amministrazione comunale di intervenire per capirne le cause. Nel frattempo, i carabinieri forestali hanno già effettuato alcune campionature. Da alcune analisi preliminari, non si esclude che possa trattarsi di un caso di inquinamento, visto che la temperatura dell’acqua sarebbe leggermente superiore a quanto di norma.

In attesa di sapere con certezza quello che è accaduto, monta la polemica politica su questo episodio. «11 settembre 2018, ennesima moria di pesci nel fiume Giano a Fabriano. A distanza di poco più di un anno, nel nostro fiume si è verificata una nuova considerevole moria di pesci causata presumibilmente da sversamenti nocivi. Il condizionale è d’obbligo, in quanto da parte di chi dovrebbe darci delle risposte sono passati dagli spot sensazionalistici e le denunce social, ad erigere muri», il duro affondo di Difendi Fabriano in direzione dell’Amministrazione comunale pentastellata.

«Infatti, lo scorso 10 luglio è stata fatta regolare richiesta di accesso agli atti, per conoscere i risultati o almeno avere risposte riguardo lo sversamento del 29 luglio 2017», evidenziano. In quella data, si era verificata una nuova moria di pesci nelle acque del Giano. In diversi punti erano stati trovati pesci, tutti di piccole dimensioni, morti. Erano stati effettuati i prelievi dell’acqua per le relative analisi. Una campionatura completa. Ma, poi, non si era saputo più nulla.

«A quegli atti non vi è stata ancora risposta, come obbligherebbe la legge nel rispondere non oltre i 30 giorni, e mentre ci troviamo oltre i due mesi dall’omissione dei chiarimenti dovuti, ci svegliamo nuovamente con il nostro fiume colpito», evidenzia Casapound tramite il gruppo Difendi Fabriano.
«Ricordiamo a tutta la città che il fiume è vita, è il nostro simbolo da ammirare, che campeggia fiero alla base del nostro stemma, e se negli anni, alcune Amministrazioni e industrie hanno fatto credere che fosse una fogna a cielo aperto, tutt’al più da tombare per nascondere l’inquinamento, a noi cittadini spetta il compito di proteggerlo e tutelarlo. Rinnoviamo all’ufficio competente, Assessore o Sindaco, di occuparsi della dovuta risposta tramite Urp», si conclude la nota.