FABRIANO – Nuovo allarme inquinamento del Fiume Giano a Fabriano. Il comitato di cittadini che si batte per la valorizzazione del corso d’acqua che attraversa la città ha informato le competenti autorità.
Uno spesso strato di melma marcescente e maleodorante sul fondo del Giano con conseguente intorpidimento delle acque, così si presentava il Giano in alcuni tratti sia il 14 che il 15 agosto. Alcune segnalazioni sono arrivate ai componenti del comitato Alla scoperta del Giano che si sono prontamente recati sul posto. Hanno verificato di persona la situazione ed hanno allertato le autorità competenti: Arpam e Polizia municipale.
«Purtroppo siamo estremamente preoccupati per la situazione delle acque del Giano. È la terza segnalazione che riceviamo in poco meno di un mese da cittadini allarmati circa i presunti sversamenti che stanno avvenendo. Apparentemente con cadenza regolare nei fine settimana o prefestivi. Appare assai probabile, date le evidenze riscontrate, come le cause siano da ricercare nel tratto compreso tra Vetralla e il ponte della Canizza. Informiamo che abbiamo allettato le autorità competenti e stiamo procedendo con formali denunce», la nota a firma del comitato di cittadini.
Dunque, i tecnici dell’Arpam hanno effettuato una campionatura delle acque nei tratti interessati per cercare di risalire alle cause dell’inquinamento.
Lungo quest’estate non è la prima volta che il Giano balza agli onori della cronaca. Il 29 luglio scorso, infatti, si è assistita a una moria di pesci. Si è pensato a un nuovo caso di inquinamento, ma sembra invece accertato che – almeno per quella occasione – è stata colpa delle alte temperature.
In diversi punti erano stati trovati alcune decine di pesci, tutti di piccole dimensioni, morti. Erano stati effettuati i prelievi dell’acqua per le relative analisi. Una campionatura completa. A prima vista, però, dunque da un esame prettamente visivo, non si era notata la presenza di schiuma bianca e neppure il cambio di colore dell’acqua. Due indizi tipici della presenza di inquinamento.
L’ipotesi più accreditata, quindi, ha portato dritti all’allarme siccità che è presente anche nel fabrianese. A colpa delle alte temperature, il livello dell’acqua presente nel Giano si era di molto abbassato. Dunque, i pesci erano morti a causa della carenza di acqua e di ossigeno.
Ora, però, la situazione sembra diversa. Per capire le cause dell’inquinamento occorrerà attendere l’esito delle analisi.