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Occupa 16 anni casa di un privato per l’asse attrezzato mai realizzato, Comune condannato a pagare quasi 170mila euro

Gli eredi del proprietario dell'immobile, in via Giambattista Pergolesi, ad Ancona, hanno portato l'Ente in tribunale. La condanna in primo grado è uscita a marzo. Negli anni '90 l'abitazione era stata occupata in via d'urgenza per la costruzione di una bretella che doveva collegare il porto con il casello autostradale di Ancona sud

ANCONA – Espropriati per 16 anni di una casa in via Giambattista Pergolesi per la costruzione mai realizzata del famoso asse attrezzato, il raccordo autostradale che doveva collegare il porto con il casello di Ancona sud. Raccordo tornato fuori più volte nella storia politica della città, prima dell’uscita ad Ovest. Gli eredi del proprietario dell’immobile, Rodolfo Governatori, hanno chiamato in causa il Comune che ora è stato condannato a pagare quasi 170mila euro per la perdita dell’immobile per tutti quegli anni e per i mancati guadagni che potevano derivare agli eredi da quella casa in caso di vendita o affitto più le spese legali. Il Comune ha già annunciato il ricorso in appello.

La sentenza di condanna è del marzo scorso (giudice Merletti), del tribunale civile, dove è arrivata la causa dopo un tentativo degli eredi di risolvere tutto anche con un ricorso al Tar. Tutto inizia il 24 agosto del 1990, quando prende possesso dell’immobile di Governatori, lungo la discesa del gas, che ci viveva da solo. Un decreto prefettizio del 29 gennaio dello stesso anno, autorizzava l’occupazione dell’immobile in via temporanea e d’urgenza, per conto di Anas, ai fini della realizzazione del raccordo autostradale tra il porto e il casello di Ancona sud, denominato “Asse attrezzato”. Tra gli immobili dove doveva sorgere l’opera c’era infatti anche quello di Governatori. Con un provvedimento del 6 ottobre 1994 il prefetto autorizzava addirittura una proroga dell’occupazione per altri due anni, quindi dal ’94 a novembre ’96. L’immobile però viene restituito solo il 31 ottobre 2006.

Nel 2004 gli eredi hanno iniziato a chiedere conto su questa occupazione. Difesi dagli avvocati Vito Ludovico Ascoli e Francesca Ascoli, con un atto notificato il 3 giugno 2004, proponevano ricorso al Tar per riavere la restituzione dell’immobile (contro Comune e Anas). Fino alla sentenza del marzo scorso passano altre battaglie giudiziarie fino all’ultima dove il giudizio si è concluso col la condanna per il Comune (l’Anas non dovrà concorrere nella cifra) al pagamento a favore dei Governatori di 153.840,70 euro per mancati guadagni dalla casa di cui non hanno disposto per 16 anni, più atri 13.635,46 euro per spese legali ed accessorie. L’ingegnere Ermanno Frontaloni, dirigente dei Lavori pubblici del Comune, con nota inviata all”avvocatura comunale il 13 marzo scorso, ha valutato l’opportunità di ricorrere in appello.