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«Quante “perle”, ecco il mio peso. E il mio calcolo». Gianmarco Tamberi si racconta

Una lunga lettera affidata ai social: «Sono tornato ad allenarmi e spero di poter disputare quelle gare stabilite già prima delle Olimpiadi. Le coliche renali? Geneticamente predisposto»

Tamberi in gara all'OIimpico, foto Fidal

ANCONA – Gianmarco Tamberi si racconta. Il suo peso, le risposte che riguardano le coliche renali che lo hanno afflitto negli ultimi tempi, i sacrifici che ha dovuto affrontare per prepararsi per le Olimpiadi, e di conseguenza tante risposte agli attacchi non solo sui social che ha ricevuto il campione dopo i problemi di salute che gli hanno impedito di scendere in pedana a Parigi nelle condizioni ideali per confrontarsi con il top del mondo. Lo fa secondo le modalità che ha scelto da tempo: nessun comunicato, nessuna richiesta di rettifica a quotidiani nazionali che secondo lui hanno diffuso informazioni non veritiere, ma una lunga lettera di spiegazioni affidata ai social e commentata immediatamente dalla moglie Chiara con un «Bravo, amore mio». Migliaia i commenti piovuti da ogni parte d’Italia in favore del campione di salto in alto anconetano. «Fortunatamente sono diversi giorni che, grazie ai medicinali che sto prendendo, non ho più avuto né dolori particolari né coliche – scrive Tamberi –. Il calcolo è ancora presente ma i dottori dicono che dovrebbe essere in dirittura d’arrivo per essere espulso. Mi hanno consigliato di fare attività fisica per facilitare questo processo e quindi sono tornato ad allenarmi, con la speranza di poter fare anche quelle gare che avevamo confermato già prima delle Olimpiadi».

Quindi Gimbo si sofferma su tutte le illazioni fatte nei giorni scorsi riguardo al suo peso: «La maggior parte delle cose che stanno girando sono cavolate colossali e anche molto pericolose per chi legge. Da articoli che parlano di una dieta che mi ha fatto perdere sette, otto kg tra gli europei (11/06) e le Olimpiadi (10/08), fino ad arrivare ad altri che dicono che io tutto l’anno bevo massimo un bicchiere d’acqua al giorno. Come potete immaginare, oltre alla disinformazione generale, queste “perle” potrebbero anche essere dannose da condividere… Per darvi un’idea più precisa, il mio peso, monitorato giornalmente tutto l’anno, era 77.5 a fine gennaio, 75.5 a metà giugno e 74.0 alle Olimpiadi, stesso identico peso dell’anno scorso ai Mondiali. Ad ogni allenamento bevo più di un litro e mezzo d’acqua ed altrettanta ne bevo durante la giornata. La mia dieta è stata studiata e condivisa da diversi professionisti e sono più di dieci anni che seguo questo regime alimentare senza mai aver avuto problemi e facendo regolarmente controlli. Difficile pensare di cambiarla così di punto in bianco nell’anno più importante della mia carriera senza un motivo preciso. Sono il primo a dirvi che è una dieta molto stretta e difficile, come tutti gli allenamenti che faccio durante l’anno sono molto pesanti e studiati per portarmi al limite, ma questo è l’unico modo che un atleta ha per provare a raggiungere il proprio massimo livello».

Gianmarco Tamberi prosegue sulla sua preparazione che lo ha portato dalle Olimpiadi di Tokyo a quelle di Parigi: «Vi assicuro che dopo la vittoria di Tokyo mi sarebbe piaciuto molto mettermi spaparanzato a godermi la vita e quella meravigliosa vittoria arrivata dopo tante sofferenze, ma non lo ritenevo corretto. Adoro mangiare e fare la bella vita come chiunque altro, ma per vincere le Olimpiadi nel 2021 ho dovuto fare un’infinità di sacrifici e sapevo che se avesso voluto provare a ripetermi a Parigi, avrei dovuto rimboccarmi le maniche e ricominciare tutto da capo, come se nulla fosse successo. Che lo sport di alto livello non sia salutare è un dato di fatto ma questo può regalarti delle emozioni talmente forti che valgono tutti i sacrifici fatti. So di aver fatto veramente tutto il possibile per presentarmi in questa stagione nelle migliori condizioni di sempre e penso di non potermi accusare di nulla». La conclusione della lunga lettera affidata ai social la dedica nuovamente al calcolo renale che lo ha costretto a presentarsi totalmente debilitato alla finale di salto in alto allo Stade de France, quella finale tanto attesa negli ultimi anni: «Dopo i tanti esami fatti è emerso che sono geneticamente predisposto a questo tipo di problema. Le coliche, che dopo averle provate non augurerei davvero a nessuno, sono un dolore violento e improvviso che si manifestano per lo più in soggetti, come nel mio caso, che hanno una storia familiare di calcoli renali. È successo, è passato. Ora si va avanti. Come sempre grazie a tutti per la vicinanza e il sostegno».

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