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Oltre mille firme per la campagna sulla salute del laboratorio Fabbri

Non si spegne la polemica in merito all'assenza della classe politica regionale in occasione del consiglio comunale convocato sui temi legati alla sanità

La campagna "L'importante è la salute"

FABRIANO – Superate le mille firme per sostenere la campagna “L’importante è la salute” promossa dal Laboratorio sociale Fabbri di Fabriano. «Sabato 18 gennaio saremo di nuovo in piazza del Comune dalle 9:30 alle 13 per proseguire con questa iniziativa che sta incontrando un largo apprezzamento e che, ne siamo certi, ne avrà ancora di più vista la totale assenza della politica regionale in occasione della seduta del consiglio comunale monotematico svoltosi a Fabriano il 13 gennaio scorso», fanno sapere dal Fabbri.

Non si spegne, dunque, la forte polemica scaturita a seguito della seduta dell’Assise civica di Fabriano alla quale erano stati invitati a partecipare, per parlare del Piano Sanitario Regionale, il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, e tutti i consiglieri regionali, sia di maggioranza che di opposizione. Ebbene, nessuno si è presentato. Qualche esponente politico del consiglio regionale si è affrettato a giustificarsi adducendo il fatto che la convocazione inviata per mail dal comune di Fabriano non sia stata accompagnata da un recall o, comunque, da una telefonata che ne sancisse l’importante. Però, agli atti, resta l’unica comunicazione giunta da un esponente del consiglio regionale, la capogruppo di FdI Elena Leonardi, che ci ha tenuto a scusarsi per la sua non presenza, affermando di essere dalla parte dei territori dell’entroterra in questa battaglia.

Nel frattempo, è proprio il Fabbri di Fabriano a ritornare sull’argomento. «Il Presidente Ceriscioli e tutti gli assessori e consiglieri della nostra Regione, sottraendosi al confronto pubblico, hanno dimostrato di essere fondamentalmente dei vigliacchi. Le questioni di cui parlare sarebbero state molte: in primo luogo, ovviamente, il depotenziamento dell’ospedale Engles Profili di Fabriano, ma anche la più generale opera di smantellamento della sanità pubblica a livello regionale. Sarebbe stato quantomeno interessante ascoltare le ragioni che hanno spinto verso il declassamento di numerosi ospedali e reparti a livello regionale, così come quelle che hanno favorito l’istituzione degli ospedali unici provinciali a discapito della capillarità del servizio sanitario sui territori. Questa è la politica che allontana i cittadini dalla sfera pubblica. Questa è la politica che deprime i borghi e le città. Questa è la politica dei funzionari che riescono solo a tagliare le spese senza avere alcuna visione sul futuro dei nostri luoghi».

Dal Laboratorio sociale Fabbri si ricordano qualcuna delle problematiche che il fabrianese sta affrontando: perdita di ricchezza dovuta al perdurare della crisi economica; spopolamento; depotenziamento dell’ospedale; chiusura della sede distaccata del Tribunale; chiusura dell’Università. «Le responsabilità sono molteplici. Il Partito Democratico della Regione Marche ha completamente abbandonato il nostro territorio montano per avvantaggiare le più grandi città della costa. I partiti che governano a livello nazionale, con i loro rappresentanti territoriali, dovrebbero spingere molto di più nelle sedi istituzionali opportune invece di reinventarsi novelli Masaniello. Il comune di Fabriano deve essere in prima linea su questa battaglia per la sanità ed invece troppo spesso sembra che la nostra comunità politica stia “lucidando le maniglie sul Titanic” mentre la città e il comprensorio affondano».

In coda l’appello. «Siamo convinti che la riscossa dei nostri territori, vessati da una mancanza di attenzione istituzionale che amplifica i disagi dovuti all’isolamento, al sisma e alla congiuntura economica, sia possibile solo se le nostre comunità si mettono in gioco in modo determinato, attraverso la lotta per il proprio diritto a una sanità e a condizioni di vita adeguate. Non siamo cittadine e cittadini di serie B, non possiamo continuare a farci umiliare da una politica regionale che ci deprime costantemente. Serve una riscossa civica e popolare. Serve smettere di dire che dobbiamo contrattare il nostro diritto alla salute perché non si possono avere tutti i reparti ovunque», da qui, quindi, la richiesta di firmare per sostenere la campagna promossa.